Una terapia farmacologica efficace contro i tumori è quella con anticorpi monoclonali. Vediamo cosa sono e come funzionano
Con chemioterapia intendiamo l’utilizzo di sostanze chimiche per ridurre la proliferazione cellulare di un sistema biologico alterato, qual è quello che vede la presenza delle cellule tumorali.
La chemioterapia è una terapia invasiva con profondi effetti collaterali poiché l’aggressione non è totalmente specifica, il bersaglio è il DNA cellulare perciò il farmaco potrebbe andare a colpire non solo la cellula tumorale ma anche la cellula sana. L’obiettivo di questi trattamenti farmacologici è proprio quello di alterare la struttura del DNA, creare delle mutazioni che rendono le cellule incapaci di riprodursi però il grande limite è che si tratta di un meccanismo non specifico in quanto vengono colpite anche le cellule sane da qui la citotossicità. I tessuti che hanno una elevata attività proliferativa (cosi sono anche le cellule tumorali) sono maggiormente esposti agli effetti collaterali; ad esempio, un trattamento chemioterapico del cancro alla mammella potrebbe determinare effetti collaterali quali perdita di capelli, problemi gastrointestinali, mielosoppressione e altri effetti negativi.
Terapia con anticorpi monoclonali
Le nuove prospettive terapeutiche sono volte ad utilizzare degli approcci meno citotossici, meno invasivi come gli anticorpi (Immunoterapia). Le cellule tumorali presentano antigeni di membrana in grado di essere riconosciuti dal sistema immunitario. Si sfrutta quindi l’uso di anticorpi per far in modo che alcuni elementi della cellula tumorale siano riconosciuti come antigeni. Gli anticorpi hanno la funzione di legarsi agli antigeni presenti sulla superficie della cellula rendendoli riconoscibili da parte dei fagociti. Lo scopo di questa terapia è quello di stimolare nel paziente una reazione immunitaria rivolta verso la massa tumorale in crescita.
Si usano anticorpi specifici, gli anticorpi monoclonali, ottenuti con l’ingegneria genetica. Questi anticorpi riconoscono e si legano a fattori fondamentali per lo sviluppo delle cellule tumorali. In condizioni normali la cellula ha dei recettori a cui si legano i fattori di crescita per la sua proliferazione. Il ruolo dell’’anticorpo monoclonale è quello di inibire il legame tra recettore e fattore di crescita nella cellula tumorale riducendo la proliferazione cellulare e favorendo l’apoptosi, cioè la “morte” cellulare.
I farmaci di questo genere terminano con l’acronimo inglese “mab”. Uno dei farmaci utilizzati è Trastuzumab, usato con successo nel carcinoma della mammella.
Anticorpi monoclonali contro il Coronavirus
L’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) ha in questi giorni autorizzato in via temporanea l’uso degli anticorpi monoclonali anche contro il Coronavirus.[1]Pazienti con diagnosi d’infezione da SARS-CoV-2 in fase precoce di malattia e ad alto rischio, come i pazienti anziani e pediatrici, potranno trarre giovamento da questa terapia in attesa della copertura vaccinale.[2] Infatti la somministrazione di anticorpi monoclonali è una “immunizzazione passiva” che conferisce al soggetto una protezione immediata dall’attacco del virus, al contrario del vaccino che determina una “immunizzazione attiva” che stimola la produzione di anticorpi da parte del nostro organismo e quindi produce la sua efficacia a partire da 3-4 settimane dall’inoculazione.
In un altro articolo abbiamo parlato delle nuove prospettive terapeutiche nella cura dei tumori (qui).
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BIBLIOGRAFIA
[1] Decreto del Ministro della salute 06-02-2021
[2] Ananasso A. “Covid, l’Aifa ha dato il via libera agli anticorpi monoclonali in Italia”. Sito web La repubblica, 03-02-2021 (link)