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Sicurezza in sanità: l’importanza delle Raccomandazioni Ministeriali

Le Raccomandazioni ministeriali per la sicurezza sono documenti volti a fornire agli operatori sanitari indicazioni per prevenire gli errori e gli eventi avversi

 

La legge n. 24/2017 (meglio nota come “legge Gelli”) sulla responsabilità professionale sanitaria ha rafforzato la necessità di fare riferimento a buone pratiche e linee guida nello svolgimento delle attività sanitarie per la prevenzione di errori ed eventi avversi.[1] Da questo punto di vista anche le Raccomandazioni ministeriali possono essere annoverate tra le “buone pratiche” previste dalla legge Gelli in quanto documenti finalizzati alla prevenzione degli errori e alla sicurezza in sanità. Per gli operatori sanitari la prevenzione di tali fenomeni assume importanza non solo dal punto di vista etico, per i danni al paziente, ma anche per le conseguenze in termini di responsabilità civili e penali a cui possono andare incontro in caso di denuncia da parte del paziente o i suoi familiari. Continua a leggere Sicurezza in sanità: l’importanza delle Raccomandazioni Ministeriali

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Rischi legati alla conduzione dei mezzi di soccorso 118

Nella foto: incidente avvenuto in Porta Venezia, Milano (Mianews)

Sono sempre più numerosi gli incidenti stradali correlati alla conduzione di veicoli dedicati al soccorso 118, come ambulanze e automediche. Quali rischi? E come fare per prevenirli?

 

L’infortunio stradale è probabilmente il più grave dei problemi per la sicurezza e la salute dei lavoratori del soccorso 118. Le analisi condotte dalI’INAIL danno la dimensione e la gravità del fenomeno rendendo gli operatori dell’emergenza la categoria con il più alto tasso di rischio rispetto alle altre categorie professionali.[1] Continua a leggere Rischi legati alla conduzione dei mezzi di soccorso 118

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Il sovraffollamento in Pronto Soccorso costituisce un pericolo: le evidenze scientifiche

 

Tutte i reparti, per garantire una buona assistenza, debbono operare secondo criteri di efficienza, qualità e sicurezza delle cure. Tali principi sono messi in discussione quando i pazienti sono costretti ad aspettare molte ore per ricevere assistenza come succede oggi nei nostri Pronto Soccorso

 

Negli ultimi decenni si è assistito ad un aumento esponenziale degli accessi in Pronto Soccorso (PS), determinando così il fenomeno del sovraffollamento. Le cause dell’aumentato afflusso di pazienti sono molte. Tra i fattori in “ingresso” l’incidenza maggiore è da ascriversi al progressivo invecchiamento della popolazione e quindi al maggior numero di pazienti affetti da patologie croniche che si rivolge al sistema dell’emergenza. Tra i fattori di “permanenza” quello che incide maggiormente sul progressivo aumento dei tempi di stazionamento in PS è la necessità di attivare consulenze specialistiche ed accertamenti diagnostici strumentali, in particolare quelli di livello più avanzato (es. TAC). Tra i fattori in “uscita” il fattore che pesa maggiormente è la difficoltà a ricoverare tempestivamente i pazienti, per carenza di posti letto disponibili. Continua a leggere Il sovraffollamento in Pronto Soccorso costituisce un pericolo: le evidenze scientifiche

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La valutazione tecnologica in sanità: l’Health Technology Assessment

Per decidere se adottare o meno una innovazione tecnologica occorre prima analizzare e rappresentarsi tutti i possibili costi, rischi e benefici. Questo processo di valutazione prende il nome di Health Technology Assessment

 

La legge 24/2017 (più nota come legge “Gelli”) prevede che “La sicurezza delle cure si realizza anche mediante l’insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie e l’utilizzo appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative“.[1] Da questo punto di vista, nel momento in cui una nuova tecnologia sanitaria diviene una pratica standard in un particolare settore e produce benefici, non adottarla potrebbe configurare un comportamento negligente da parte dell’organizzazione sanitaria. Continua a leggere La valutazione tecnologica in sanità: l’Health Technology Assessment

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Ecco perchè un ospedale non può essere una “azienda”

(nella foto Alberto Sordi nel film “Il medico della mutua”)

Le logiche di mercato tipiche dell’azienda non si possono applicare ad un luogo di cura e assistenza come l’ospedale. Vediamo perchè in questo articolo

 

Hanno destato molto scalpore le parole di Papa Bergoglio contro la mercificazione della sanità. La sanità, ha affermato il Papa, “ha posto in primo piano le esigenze di riduzione dei costi ” ponendo “in secondo piano l’attenzione alla persona”.[1] Continua a leggere Ecco perchè un ospedale non può essere una “azienda”

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Come funziona il sistema sanitario statunitense, dopo la riforma Obama?

Il sistema sanitario statunitense offre cure gratuite solo ai più poveri e agli anziani, gli altri devono affidarsi alle assicurazioni private. Cosa è cambiato con il governo Obama?

 

Negli Usa non esiste un sistema sanitario nazionale come in Italia che garantisce cure mediche universali e viene finanziato attraverso la fiscalità generale, cioè con le tasse e con i ticket pagati dai cittadini. Il sistema sanitario statunitense è basato sulle polizze assicurative private. Qualora non si possieda una copertura assicurativa o questa non sia abbastanza completa, il paziente deve far fronte a tutte le spese con i propri mezzi (ad esempio, per un’appendicectomia, si arriva a pagare 30.000 dollari).

Il paradosso è che nonostante un’ampia fetta della popolazione è esclusa dalla copertura sanitaria, negli USA la spesa sanitaria è più alta, in confronto, per esempio, all’Italia. Infatti da noi i fondi per il SSN vengono stabiliti dallo Stato annualmente mentre negli Usa i costi sono decisi dal mercato e dalla concorrenza, cosa che genera un aumento continuo della spesa. Continua a leggere Come funziona il sistema sanitario statunitense, dopo la riforma Obama?

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Infezioni correlate all’assistenza: quali responsabilità in caso di danno al paziente?

Ha fatto molto scalpore il recente rapporto “OsservaSalute” secondo il quale i morti per infezione in Italia sono raddoppiati negli ultimi anni. Vediamo quali sono le misure da adottare per la prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza e le responsabilità in caso di danno al paziente

 

Cosa sono le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA)?

Sotto il termine di Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) rientra qualsiasi tipo di infezione che può occorrere durante il ricovero o dopo le dimissioni di un paziente, della quale non c’era né manifestazione clinica né incubazione precedente all’ingresso in ospedale. Le ICA rappresentano, anche nei paesi sviluppati, la principale causa di morte e di aumento della morbosità per i pazienti ospedalizzati. Le ICA si possono riscontrare in tutti gli ambiti assistenziali: ospedali, pronto soccorso, day-hospital/day-surgery, lungodegenze, ambulatori, assistenza domiciliare e strutture residenziali territoriali. Continua a leggere Infezioni correlate all’assistenza: quali responsabilità in caso di danno al paziente?

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Segnalazioni obbligatorie per medici ed infermieri: tempistiche e sanzioni

Quali sono le segnalazioni obbligatorie che riguardano medici ed infermieri? Quali tempistiche? Quali sanzioni in caso di inadempienza? 

 

(Aggiornato febbraio 2024)

Il medico, come l’infermiere, deve ottemperare anche ad altre attività oltre quelle tipicamente assistenziali. Tali attività, che possiamo definire di tipo medico-legale (denunce/comunicazioni/segnalazioni), sono obbligatorie per legge, e quindi è opportuno conoscerle per non andare incontro ad eventuali sanzioni. Vediamole brevemente di seguito. Continua a leggere Segnalazioni obbligatorie per medici ed infermieri: tempistiche e sanzioni

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Emergenza 118: un’insufficiente dotazione di personale costituisce un pericolo per la sicurezza

Quali rischi presenta il trasporto del paziente in emergenza 118 con un numero insufficiente di operatori? Cosa prevede la normativa vigente da questo punto di vista? Vediamolo in questo articolo

 

I lavoratori del sistema di emergenza 118, come quelli di qualsiasi altra azienda sanitaria, devono poter svolgere il loro lavoro in condizioni di sicurezza. Sulle strade invece è sempre più frequente osservare mezzi di soccorso con un equipaggio composto da due sole unità, infermiere e autista, personale sicuramente insufficiente a svolgere le attività d’istituto. Ma quali rischi presenta il trasporto del paziente in emergenza 118 con un numero insufficiente di operatori? I rischi sono vari, a cominciare da quelli per la salute. Infatti un maggior carico da sollevare determina un sovraccarico sulla colonna che si traduce in un aumentato rischio di lesioni, in particolare al livello del tratto dorso-lombare e degli arti inferiori. Continua a leggere Emergenza 118: un’insufficiente dotazione di personale costituisce un pericolo per la sicurezza

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“Droni defibrillatore” per combattere l’arresto cardiaco: ma quali rischi?

I “droni defibrillatore” consentirebbero di risparmiare tempo prezioso in caso di arresto cardiaco. Numerose sono però le questioni di carattere legale e di sicurezza relative all’utilizzo di questi apparecchi. Vediamo quali sono in questo articolo 

 

(Ultimo aggiornamento ottobre 2020)

Pazienti cardiopatici, ma non solo, possono andare incontro ad aritmie cardiache incompatibili con la vita come la tachicardia ventricolare senza polso e la fibrillazione ventricolare. Queste aritmie sono letali perché determinano l’incapacità del cuore di contrarsi e pompare il sangue come dovrebbe. Il defibrillatore semiautomatico (Dae) è un apparecchio capace di riconoscere queste aritmie erogando, in caso di necessità, uno shock elettrico in grado di ripristinare il normale ritmo cardiaco. L’uso del defibrillatore è importante per prevenire non solo i decessi ma anche per ridurre i rischi dei danni cerebrali irreversibili che possono manifestarsi dopo appena 5-6 minuti dopo l’arresto cardiaco. I “droni defibrillatore”, da questo punto di vista, consentirebbero di risparmiare tempo prezioso.  Continua a leggere “Droni defibrillatore” per combattere l’arresto cardiaco: ma quali rischi?

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Quando l’emergenza è in reparto: il sistema di emergenza intraospedaliera

Mentre il sistema di emergenza 118 garantisce il soccorso sul territorio in pochi minuti, lo stesso non può dirsi in caso si verifichi un’emergenza in reparto, dove i tempi possono essere pericolosamente più lunghi

 

I pazienti ricoverati, specie se critici, possono andare incontro a complicanze o aggravamento delle condizioni durante il ricovero, non solo nei reparti intensivi ma anche nei normali reparti di degenza (il 30% degli arresti cardiaci avviene nelle aree non intensive). In tali casi è necessario agire immediatamente per ripristinare (o salvaguardare) le funzioni vitali (coscienza, respiro, circolo). Per rispondere a questa esigenza numerose linee guida nazionali e internazionali sono concordi affinchè la struttura sanitaria si doti di un sistema di emergenza intraospedaliera, per intervenire con prontezza in caso di necessità. Continua a leggere Quando l’emergenza è in reparto: il sistema di emergenza intraospedaliera

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Effetti del sovraffollamento sul mancato trattamento del dolore in Pronto Soccorso

 

Numerosi studi certificano che in caso di sovraffollamento in Pronto Soccorso i pazienti non ricevono un adeguato trattamento del dolore. Vediamo in questo articolo quali conseguenze ciò può comportare per pazienti ed operatori

 

Negli ultimi decenni si è assistito ad un aumento esponenziale degli accessi in Pronto Soccorso (PS), determinando così il fenomeno del sovraffollamento.[1] Numerosi studi certificano che in caso di sovraffollamento in PS i pazienti non ricevono un adeguato trattamento del dolore mentre questo dovrebbe costituire una priorità per gli operatori sanitari considerando che il dolore rappresenta uno dei principali motivi di accesso. Continua a leggere Effetti del sovraffollamento sul mancato trattamento del dolore in Pronto Soccorso

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La prevenzione del rischio sanitario nel codice deontologico di medici e infermieri

L’erogazione di cure sicure che non causino danni al cittadino, in accordo con quanto stabilisce il codice deontologico del medico e dell’infermiere, rappresenta un principio fondamentale del diritto alla salute

 

La sicurezza del paziente è, per il medico e l’infermiere, un valore ed un impegno operativo da perseguire in ogni ambito del proprio agire. Un notevole contributo alla sicurezza delle cure è stato dato dai rispettivi codici deontologici che hanno introdotto tra i doveri dei professionisti sanitari la partecipazione ai programmi aziendali di gestione del rischio e la segnalazione degli errori al fine di analizzarli in un’ottica preventiva. Vediamo di seguito cosa prevedono i rispettivi codici dal punto di vista della prevenzione del rischio sanitario e la sicurezza delle cure. Continua a leggere La prevenzione del rischio sanitario nel codice deontologico di medici e infermieri

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Linee guida: prove scientifiche o interessi commerciali?

Gli interessi economici in sanità possono compromettere l’indipendenza della ricerca e influire, pertanto, sulla qualità delle cure e dell’assistenza ai pazienti

 

Le linee guida consistono in raccomandazioni di comportamento clinico, redatte sulla base di  aggiornati processi di rielaborazione della migliore letteratura scientifica, rivolte ai  sanitari, allo scopo di suggerire loro le modalità di intervento più appropriate in specifiche circostanze cliniche.[1] 

In materia di linee guida la legge n. 24/2017 (più nota come “legge Gelli”) sulla responsabilità professionale sanitaria[2] ha introdotto due importanti elementi di novità. In primo luogo, consente la pubblicazione delle linee guida alle società scientifiche e associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in un apposito elenco istituito dal Ministro della Salute.[3] Poi, rende il rispetto delle linee guida di fatto obbligatorio per gli esercenti la professione sanitaria in quanto prevede l’esclusione della responsabilità penale nei casi di imperizia qualora siano state rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida.[4] 

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Contenzione fisica: quali responsabilità per medici ed infermieri?

Per la Cassazione commettono il reato di “Sequestro di persona” i medici e gli infermieri che applicano o mantengono la contenzione fisica al paziente senza giustificato motivo. Vediamo le ragioni in quest’articolo

 

La contenzione fisica è una pratica utilizzata soprattutto in ambito psichiatrico e geriatrico per evitare le cadute dal letto o atti di violenza a se o agli altri in pazienti con alterazione dello stato di coscienza e/o alterazioni della funzione motoria. La contenzione fisica avviene bloccando o inibendo il movimento con apposite tecniche di immobilizzazione e applicando al corpo della persona, o nello spazio circostante, dei dispositivi fisici e meccanici quali corpetti con bretelle e cinture, bracciali o fettucce per polsi e caviglie, cinture di sicurezza o spondine per il letto.[1] Continua a leggere Contenzione fisica: quali responsabilità per medici ed infermieri?

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Informare i pazienti di un errore previene il rischio di denunce

Al contrario di quello che si potrebbe pensare informare i pazienti di un errore sanitario previene il rischio di un’azione legale nei propri confronti. Vediamo perchè

 

Gli errori nelle cure mediche sono purtroppo comuni ed hanno importanti conseguenze per i pazienti ma anche per gli operatori sanitari. Ma si devono rivelare ai pazienti gli errori commessi nelle cure? La risposta è affermativa. Continua a leggere Informare i pazienti di un errore previene il rischio di denunce

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Cadute dei pazienti in ospedale: si possono prevenire?

Le cadute dei pazienti rientrano tra gli eventi avversi più frequenti nelle strutture sanitarie. Vediamo brevemente cosa è possibile fare ai fini della prevenzione di questo pericoloso evento

 

Le cadute dei pazienti in ospedale non sono da sottovalutare considerando che possono causare traumi anche gravi al paziente fino al decesso, per esempio in caso di trauma cranico. La maggior parte delle cadute si verificano nei pazienti anziani, in particolare quelli sottoposti a terapia con farmaci psicoattivi come le benzodiazepine o che hanno deficit in termini di forza, mobilità o equilibrio ma anche i pazienti giovani che sono gravemente malati sono a rischio di cadute. Continua a leggere Cadute dei pazienti in ospedale: si possono prevenire?

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Errore sanitario: come ottenere il risarcimento dei danni?

Nell’eventualità di un danno al paziente, qualora si dimostri la responsabilità del sanitario o dell’ospedale, questi ha diritto a richiedere il risarcimento dei danni. Ma come fare? Ecco una breve guida

 

Dal punto di vista della responsabilità civile, nell’eventualità di un errore sanitario, la struttura è tenuta a garantire il diritto dei pazienti danneggiati e dei loro familiari ad un equo risarcimento del danno. In tali casi l’ospedale risponde non solo dell’operato dei propri dipendenti,[1] ma anche del proprio operato qualora i danni al paziente siano dipesi dall’inadeguatezza della struttura.[2] Continua a leggere Errore sanitario: come ottenere il risarcimento dei danni?

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La simulazione come strumento di prevenzione degli errori sanitari

Oggi gli operatori sanitari possono accrescere le loro competenze attraverso l’uso di strumenti innovativi come la simulazione. La formazione basata sulla simulazione consente di ridurre i rischi di errore e aumentare la sicurezza per il paziente

 

Si calcola che siano un milione e duecentomila, ogni anno, nel mondo, i decessi legati al rischio clinico cioè alla possibilità che un paziente subisca un danno involontario imputabile alle cure sanitarie. Tali perdite potrebbero essere scongiurate attraverso interventi di adeguata prevenzione. La formazione continua assume, da questo punto di vista, particolare rilevanza. Continua a leggere La simulazione come strumento di prevenzione degli errori sanitari

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Errori “da scrittura”: dal Ministero nuove regole per i sanitari

Gli errori “da scrittura”, da parte di medici e infermieri, possono determinare danni ai pazienti. Ecco come fare per non sbagliarsi

 

Quasi la metà degli errori in sanità potrebbero essere evitati migliorando la comunicazione, non solo quella verbale, ma anche scritta.[1] La cattiva o incerta grafia è stata individuata infatti, sia dalla letteratura scientifica[2] che dalla casistica giurisprudenziale,[3] come una delle principali cause di errore e quindi di danni ai pazienti.

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