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Obblighi di segnalazione connessi al malfunzionamento di dispositivi medici

Nasce la nuova “Rete nazionale per la dispositivo-vigilanza” per la segnalazione al Ministero della salute di eventuali incidenti connessi al malfunzionamento di dispositivi medici. Ma come funziona? E quali obblighi per gli operatori sanitari?

 

Purtroppo l’evenienza di incidenti critici dovuti al malfunzionamento di dispositivi medici non è rara: il recente rapporto 2022 del Ministero della salute (relativo al 2020) riporta ben 6.139 incidenti di cui 79 hanno portato al decesso del paziente.[1]

La Commissione Europea è intervenuta adottando nel maggio 2021 una normativa più stringente in materia di dispositivi medici, immediatamente vincolante per tutti i Paesi membri, che  rende obbligatorio monitorare la sicurezza e le performance dei dispositivi medici anche dopo la loro certificazione e immissione in commercio.[2]

L’Italia, In linea con tale provvedimento, ha recentemente approvato il decreto che sancisce la nascita della nuova “Rete nazionale per la dispositivo-vigilanza“, finalizzata allo scambio tempestivo e capillare delle  informazioni riguardanti gli incidenti e le azioni di sicurezza che coinvolgono i dispositivi medici.[3]

L’obiettivo del nuovo sistema di vigilanza è quello di monitorare la protezione della salute e la sicurezza dei pazienti e degli utilizzatori, riducendo la possibilità che, accaduto un incidente, questo si ripeta di nuovo.

In tale sistema l’operatore sanitario ha un ruolo chiave, essendo responsabile della comunicazione a detto sistema degli incidenti che gli possano accadere durante l’uso di un dispositivo. Nel nuovo sistema vengono snellite la modalità di segnalazione da parte degli operatori sanitari (medici, infermieri, ecc.).[4]La segnalazione riguarda tutti gli operatori sanitari, sia pubblici che privati che, nell’ambito della loro attività rilevino eventi che possono essere qualificati come incidenti.

Nel nuovo sistema l’operatore deve comunicare tempestivamente al Ministero della salute o comunque non oltre 10 giorni da quando sia venuto a conoscenza dell’evento avverso le informazioni relative all’incidente, sia esso grave che non grave. Viene considerato “incidente” qualsiasi malfunzionamento o alterazione delle caratteristiche o delle prestazioni di un dispositivo messo a disposizione sul mercato. È considerato invece “incidente grave” qualsiasi incidente che, direttamente o indirettamente, ha causato, può aver causato o può causare una delle seguenti conseguenze: il decesso di un paziente, di un utilizzatore o di un’altra persona; il grave deterioramento, temporaneo o permanente, delle condizioni di salute del paziente, dell’utilizzatore o di un’altra persona; una grave minaccia per la salute pubblica.[5] 

Al “Responsabile Locale della Vigilanza”, una nuova figura istituita nell’ambito della Rete, spetta il compito di informare il  fabbricante del dispositivo per i provvedimenti del caso, incombenza che era in precedenza attribuita all’operatore sanitario.

La segnalazione avviene attraverso inserimento dei dati nel sistema informativo del Ministero della salute con le modalità indicate sul sito internet del Ministero stesso. Le nuove regole saranno obbligatorie a partire dal 16 ottobre 2022 ma per consentire la corretta e completa migrazione dei dati dall’attuale sistema al nuovo è prevista una fase di transizione in cui è possibile utilizzare il vecchio modulo di segnalazione reperibile online a questo indirizzo. La comunicazione è effettuata direttamente o tramite la struttura sanitaria ove avviene l’incidente segnalato, nel rispetto di eventuali disposizioni regionali che prevedano la presenza di referenti per la vigilanza sui dispositivi medici.

Si ricorda che non segnalare incidenti connessi all’uso dei dispositivi medici è sanzionabile penalmente: gli operatori sanitari che non danno comunicazione al Ministero della salute circa un incidente che coinvolga un dispositivo medico commettono un reato punito con l’arresto fino a sei mesi e con l’ammenda da 7.200 euro a 43.200 euro.[6]

In questo senso sarebbe importante fornire adeguata formazione agli operatori sanitari sui luoghi di lavoro, prevedendo tale formazione come obbligatoria.

Gli incidenti connessi al malfunzionamento di dispositivi medici possono essere prevenuti. Per questo rientra tra i compiti della struttura sanitaria svolgere tutte le attività previste dalla normativa relativamente alla prevenzione, controllo e manutenzione dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali, mentre è in carico agli operatori sanitari interessati dal loro utilizzo la verifica del loro corretto funzionamento ad inizio turno. Ne abbiamo parlato in questo articolo.

 

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BIBLIOGRAFIA

[1] Ministero della salute. “Rapporto sulle attività di vigilanza sui dispositivi medici per l’anno 2020”. Marzo 2022 (link)

[2] M. Gabanelli, S. Ravizza. “Dispositivi medici, le nuove regole per il commercio di protesi al seno, pacemaker, spirali e stent“. Articolo pubblicato sul sito web del  Corriere della sera il 05-10-2021 (link)

[3] Decreto 31 marzo 2022 “Istituzione della rete nazionale per la dispositivo-vigilanza e del sistema informativo a supporto della stessa” – G.U. Serie Generale, n. 90 del 16 aprile 2022  (link)

[4] Circolare ministeriale dell’8 luglio 2021 (link)

[5] Regolamento (UE) 2017/745

[6] Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n. 46. Art. 23 (Sanzioni)

 

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