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Soccorso preospedaliero al paziente con frattura del femore: gestione del dolore

Una precoce e corretta gestione del dolore nel paziente con frattura del femore rappresenta un indicatore di buon funzionamento clinico ed organizzativo del sistema di emergenza territoriale 118

 

Il femore è l’osso della coscia. Comunica con l’anca, costituendo l’articolazione coxofemorale, e con la rotula e la tibia, costituendo l’articolazione del ginocchio. Nell’anziano la frattura del femore si localizza tipicamente all’estremità superiore (testa o collo del femore), limitando fortemente la mobilità dell’arto.

E’ corretto formulare il sospetto di frattura del femore in caso di trauma riferito con caduta a terra, dolore spontaneo o provocato alla palpazione dell’anca, incapacità di mantenere la stazione eretta, visibili ecchimosi o ematomi. In caso di frattura scomposta è presente una deformazione evidente dell’arto interessato, che si presenta più corto e con il piede rivolto verso l’esterno (vedi figura).

 

 

Trattamento del dolore

Secondo un recente studio la somministrazione di analgesia preospedaliera è associata ad un significativo sollievo dal dolore.[1] Purtroppo, ancora oggi, nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la percentuale di pazienti che non viene trattata per il dolore in ambiente preospedaliero è molto elevata.[2]

In caso di arrivo di mezzo con medico a bordo (MSA) il medico decide autonomamente la condotta terapeutica da adottare. In caso di arrivo di mezzo con infermiere a bordo (MSB) l’equipaggio segue le attività previste dal protocollo in uso. La somministrazione, anche da parte degli infermieri, di terapie antidolorifiche, secondo protocolli condivisi ed approvati ufficialmente dal Direttore della Centrale Operativa 118 si inquadra nel processo finalizzato alla tempestività del trattamento ed umanizzazione delle cure. Pertanto, se il mezzo non è medicalizzato l’analgesia può essere gestita, dopo adeguata formazione, dall’infermiere stesso, previo contatto con il Medico di Centrale, nel rispetto dei protocolli stabiliti dal Responsabile del Servizio.[3] [4] L’avvenuto contatto va riportato sulla scheda di soccorso. Il dolore va misurato durante la Disability e trattato precocemente.[5]

Prima di somministrare la terapia farmacologica verificare se provvedimenti alternativi possono ridurre il dolore avvertito dal paziente quali:

  • immobilizzazione
  • riscaldamento e normotermia
  • somministrazione Ossigeno.

Sono riconosciuti come efficaci adiuvanti dell’analgesia:

  • relazione d’aiuto (informazione, comunicazione e assistenza)
  • posizione antalgica.

 

Dal momento che il dolore è un’esperienza del tutto soggettiva sarà necessario raccogliere il giudizio del paziente servendosi di una scala di valutazione ossia di uno strumento standardizzato e validato di valutazione dell’intensità del dolore. Una scala molto utilizzata è la Scala di Valutazione Numerica NRS (vedi figura sottostante) che è costituita da una linea di 10 cm usata dal paziente per quantificare l’intensità del dolore percepito attraverso l’espressione un punteggio da 0 a 10 dove 0=nessun dolore, 10=dolore insopportabile.

 

Classificare il dolore secondo il seguente schema[6]

  • Dolore lieve= valori da 1 a 3
  • Dolore di grado moderato= valori da 4 a 6
  • Dolore grave = valori da 7 a 10

 

Farmaci indicati[7]

Se NRS >3 

  • Ketoprofene (Artrosilene)
  • Ketorolac (Toradol)
  • Paracetamolo (Perfalgan)

 

Se NRS > 6

  • Fentanyl (Fentanest)
  • Morfina cloridrato
  • Tramadolo (Contramal)

 

L’infermiere deve astenersi dalla somministrazione dei farmaci indicati qualora emergano motivi anamnestici, anche solo sospetti:

  • di allergia ai farmaci stessi o analoghi
  • di possibili effetti collaterali maggiori, sulla base di malattie o terapie concomitanti la cui rilevazione è in carico all’infermiere stesso.

Inoltre, si raccomanda di interrogare attivamente donne in età fertile sulla possibilità di gravidanza in atto.

 

ATTENZIONE: le nozioni e le informazioni riguardanti procedure mediche e infermieristiche, posologie e/o descrizioni di farmaci o presidi sanitari contenute nel presente articolo hanno fine unicamente illustrativo pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere dei professionisti sanitari abilitati.

 

In un altro articolo abbiamo visto l’uso del Fentanyl intranasale per il trattamento pre-ospedaliero del dolore (link).

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BIBLIOGRAFIA 

[1] Oberkircher L., Schubert N., Eschbach D.A. et al. “Prehospital Pain and Analgesic Therapy in Elderly Patients with Hip Fractures”. Pain Pract. 2016 Jun;16(5):545-51

[2] Pär Wennberg, Henrik Andersson, Birgitta Wireklint Sundström. “Patients with suspected hip fracture in the chain of emergency care: An integrative review of the literature”. International Journal of Orthopaedic and Trauma Nursing, 2018, Volume 29, Pages 16–31

[3] DPR 27 Marzo 1992 (G.U. n. 76 del 31 Marzo 1992) “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria in emergenza

[4] Atto d’intesa Stato-Regioni G.U. n. 114 del 17 Maggio 1996 (Linee guida di applicazione del D.P.R. 27/3/1992);

[5] Dott. Carlo Serantoni  (C.O. 118 Modena Soccorso). Procedura “Gestione infermieristica preospedaliera del paziente con dolore severo-moderato”. 2009

[6] SIAARTI, SIMEU, SIS 118, AISD, SIARED, SICUT, IRC “Italian Intersociety Recommendations on Pain Management in the Emergency Setting” (Raccomandazioni intersocietarie italiane sulla gestione del dolore in emergenza), Minerva Anestesiologica – Giugno 2013

[7] Ibidem

 

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