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Novavax, in commercio il primo vaccino senza mRNA

Foto: Dado Ruvic-Reuters, FILE

La società americana Novavax ha messo a punto un vaccino contro il Coronavirus realizzato secondo il sistema tradizionale, senza mRNA, che si sta dimostrando molto efficace. Vediamo cos’è e come funziona

 

Facciamo un breve riepilogo di come avviene l’infezione virale da Coronavirus: la cellula umana ha dei piccoli ricettori sulla superficie che il virus sfrutta per entrare all’interno e proliferare. Ciò è possibile grazie a particolari strutture dette proteiche “spike”, che il virus utilizza come arma per agganciare le nostre cellule ed entrare all’interno.

Le “spike” sono quindi l’elemento fondamentale, il “nemico” (in termini scientifici, antigene)  che il nostro sistema immunitario deve riconoscere per difendersi dal virus.

Sono disponibili diversi vaccini contro la malattia da Covid-19 che utilizzano tutti la proteina spike come antigene. I vaccini ad mRNA come Pfizer e Moderna forniscono istruzioni genetiche al nostro organismo affinchè produca la proteina spike, cosi da indurre la risposta immunitaria. La società americana Novavax ha messo a punto un vaccino che utilizza invece il metodo tradizionale, quello delle «proteine ricombinanti», già utilizzato da decenni per la produzione, per esempio, dei vaccini contro l’influenza, l’epatite B, il meningococco B, l’herpes zoster e il papilloma virus.[1]

Ma come funziona? Il vaccino utilizza un frammento di una proteina spike cresciuta in una coltura cellulare in laboratorio, la quale quando inoculata nell’organismo stimola la risposta immunitaria. In sostanza, mentre i vaccini a mRNA forniscono alle nostre cellule l’istruzione genetica per produrre la proteina spike, il vaccino di Novavax fornisce direttamente questa proteina, cosi da stimolare la risposta da parte dell’organismo. Naturalmente la proteina non è infettiva perché non contiene il materiale genetico di cui il virus ha bisogno per replicarsi all’interno delle cellule.

Il vaccino è prodotto a partire dal DNA del virus SARS-CoV-2, che viene inserito in virus innocui utilizzati in laboratorio (baculovirus) con i quali vengono infettate delle cellule di falena le quali producono le proteine spike, queste vengono poi isolate, purificate e fissate su particelle sintetiche, per realizzare dei “finti” virus che saranno iniettati con la vaccinazione per dare al sistema immunitario l’impressione di avere a che fare con il vero virus. Gli ingredienti di base del vaccino sono quindi soltanto unità di proteina spike, organizzate in modo da “simulare” la struttura del SARS-CoV-2, unite a un adiuvante naturale, la Saponina, una molecola presente in diverse piante officinali, con funzione di stimolante il nostro sistema immunitario.

Questo nuovo vaccino potrebbe trovare facilmente accoglienza nelle persone che, per molti motivi, si sono dimostrati diffidenti nei confronti dei nuovi vaccini ad mRNA; avendo ora a disposizione una tecnologia più familiare di cui fidarsi.

Secondo l’azienda produttrice, il vaccino ha dimostrato di avere un’efficacia del 90%, cosa che lo rende paragonabile agli altri vaccini. Il vaccino si è dimostrato funzionante anche contro le varianti attualmente in circolazione, come la pericolosa variante Delta.[2] Attualmente è ancora presto per avere dati sulla protezione rispetto alla variante “omicron”, che tanti problemi sta creando negli ultimi mesi, anche se la stessa Novavax dichiara che i dati preliminari sono confortanti in tal senso.[3]

Gli effetti collaterali di Novavax sono relativamente lievi e simili agli effetti collaterali comunemente riportati per Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson. Gli effetti indesiderati più comuni riportati negli studi sono stati dolore e dolorabilità al sito di iniezione di durata inferiore a tre giorni, affaticamento, mal di testa e dolore muscolare di durata inferiore a due giorni.[4] 

Altra cosa importantissima è che il vaccino può essere conservato nei normali frigoriferi, cosa che lo rende facile da trasportare, immagazzinare e distribuire quindi ideale anche per la diffusione nei paesi in via di sviluppo che non posseggono le costose apparecchiature necessarie a mantenere la “catena del freddo” di cui abbisognano i vaccini a mRNA. E’ infatti importante sostenere i paesi a basso e medio reddito, oltre che per motivi etici, anche per porre un freno alla moltiplicazione virale e alle sacche endemiche che, soprattutto in Africa e Asia, hanno dato vita alle cosiddette “varianti” del virus, le quali in un modo ormai globalizzato finiscono inevitabilmente per diffondersi anche nei paesi industrializzati con i commerci, il turismo, ecc.

L’Indonesia è stato il primo paese al mondo ad autorizzare ed avviare la somministrazione del vaccino Novavax contro Covid-19.[5]  

Da marzo 2022 il vaccino è disponibile per la somministrazione negli hub vaccinali italiani. 

 

Attenzione: le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere dei professionisti sanitari abilitati.

 

In un altro articolo abbiamo visto come segnalare eventuali reazioni avverse ai vaccini anti-Covid (qui)

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BIBLIOGRAFIA

[1] The National Institute of Allergy and Infectious Diseases. “Vaccine Types”. July 1, 2019 (link)

[2] Dunkle LM, Kotloff KL, Gay CL, et al. “Efficacy and Safety of NVX-CoV2373 in Adults in the United States and Mexico” [published online ahead of print, 2021 Dec 15]. N Engl J Med. 2021

[3] Illi B., Lavia P., Istituto di Biologia e Patologia Molecolari, CNR.  “Il vaccino Novavax: una buona “vecchia” strategia per una nuova arma contro il Covid”. Articolo pubblicato sul sito web “Lavocedeimedici” (link)

[4] Dunkle LM, Kotloff KL, Gay CL, et al. Cit.

[5] Cupellaro F. “Covid, il vaccino Novavax autorizzato per la prima volta in Indonesia”. Sito web “La Repubblica”, 05-11-2021

Foto: Dado Ruvic-Reuters, FILE

 

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