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Sicurezza delle cure: il risk management ospedaliero

 

Il risk management ospedaliero ha l’obiettivo principale di garantire la qualità e la sicurezza delle cure ai pazienti

 

La possibilità che un paziente subisca un danno involontario imputabile alle cure sanitarie prende il nome di rischio clinico e gli interventi finalizzati a studiare, identificare e ridurre tale rischio prendono il nome di gestione del rischio o, in inglese, risk management.

La legge prevede l’obbligatorietà della presenza di un servizio di Risk Management in tutte le aziende sanitarie pubbliche e private che valuti gli errori dei professionisti e adotti politiche per prevenirli e gestirli.[1] Tale servizio ha l’obiettivo principale di tutelare i diritti del paziente alla sicurezza delle cure ma anche di tutelare l’azienda e gli operatori dalle conseguenze giuridiche ed economiche che gli errori sanitari possono comportare. Sono infatti frequenti le denunce, sia civili che penali, che vengono presentate all’azienda da parte di quei soggetti che ritengono di aver subito un danno come conseguenza di un fatto imputabile alle cure sanitarie.

La legge 24/2017[2] in materia di sicurezza delle cure fornisce indicazioni circa i requisiti di titoli e formazione che deve possedere il coordinatore delle attività inerenti il rischio sanitario. Tale figura, chiamata “Risk Manager”, dovrà essere scelta tra il “personale medico dotato delle specializzazioni in igiene, epidemiologia e sanità pubblica o equipollenti, in medicina legale ovvero da personale dipendente con adeguata formazione e comprovata esperienza almeno triennale nel settore”. Per svolgere tale attività occorre conoscere molto bene l’organizzazione, infatti anche la mancata identificazione di un solo rischio rilevante può comportare conseguenze serie per la struttura sanitaria. Va da se che tale ruolo debba quindi essere ricoperto da persona seria e competente. 

Le attività di cui si occupa il risk management sono molteplici: dalla gestione del rischio clinico alla responsabilità professionale, dalla formazione del personale in materia di sicurezza delle cure fino alle problematiche inerenti le richieste risarcimento danni per malpractice.

Uno dei principali compiti è l’analisi degli incidenti che hanno comportato (o potevano comportare) un danno al paziente. E’ una funzione importante su cui gravano notevoli responsabilità, considerato che una volta individuate le cause, ha obbligo di definire con urgenza le misure di eliminazione o prevenzione delle stesse. In caso di evento avverso il servizio di risk management provvede ad effettuare un’attenta analisi dell’accaduto con l’obiettivo di individuare i fattori che hanno contribuito o causato il determinarsi dell’evento, cercando di risalire indietro nel tempo fino alle sue cause più lontane. Questa attività è fondamentale per l’azienda sia per evitare che l’evento riaccada di nuovo sia per individuare elementi che scagionino da responsabilità il personale sanitario eventualmente chiamato in causa dal punto di vista civile o addirittura penale.

Molto importante è la raccolta dei dati. Il risk manager deve trasformare una grande massa di dati qualitativi e quantitativi in informazioni utili per valutare il rischio attuale e futuro.[3] Al termine dell’anno il risk manager dovrà effettuare un riepilogo del lavoro svolto e pubblicare sul sito web della struttura sanitaria una relazione sugli eventi avversi verificatisi, sulle cause che hanno prodotto ogni evento avverso e sulle conseguenti iniziative messe in atto.[4].

Altro importante compito è la mappatura dei rischi. Questa attività è finalizzata ad individuare tutti i rischi a cui è esposta l’azienda. Contribuiscono a fornire informazioni per l’identificazione delle componenti di rischio il numero di sinistri aperti in seguito a denunce da parte dei pazienti o loro familiari e i reclami pervenuti all’Ufficio Relazioni con il Pubblico. Altri strumenti utilizzati sono il sistema di segnalazione volontaria degli eventi da parte degli operatori (Incident Reporting), l’analisi retrospettiva delle cartelle cliniche, le segnalazioni di reazioni avverse a farmaci, le segnalazioni provenienti dal Servizio di Prevenzione e Protezione, le segnalazioni riguardanti la dispositivo-vigilanza, come anche osservazioni sul campo conseguenti alla verifica della reale applicazione delle misure richieste per la prevenzione degli errori.

Molto importante è anche la formazione, con l’obiettivo di accrescere le conoscenze in materia di rischio sanitario e quindi accrescere la prevenzione. Infatti, ricercare la causa degli errori sanitari è certamente importante ma ancor più importante è prevenirli o prevenirne il ripetersi. A tal fine la formazione riveste un ruolo determinante considerando che la gestione del rischio sanitario si basa principalmente sulla conoscenza tra gli operatori degli elementi che lo costituiscono (ne abbiamo parlato in questo articolo).

Nelle Aziende Sanitarie dove è attiva la funzione di Risk Management si osserva una riduzione della percentuale di errori ed eventi avversi con conseguenti ricadute positive sotto vari punti di vista: etico, per riduzione del danno ai pazienti; economico, per la riduzione dei costi economici, assicurativi e legati al contenzioso medico-legale; giuridico, attraverso la riduzione delle responsabilità civili e penali degli operatori; organizzativo, attraverso il miglioramento del clima interno e del benessere organizzativo.

 

In un altro articolo abbiamo parlato di qualità e sicurezza delle cure (qui). 

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BIBLIOGRAFIA

[1] Legge n. 208/2015. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (c.d. Legge di stabilità 2016)

[2]  Legge 24/2017. “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie

[3] Donaldson L., Ricciardi W., Sheridan S., Tartaglia R. “Manuale di sicurezza del paziente e gestione del rischio clinico”. Cultura e Salute Editore, Perugia, 2022. Pag. 183

[4] Legge 24/2017. Cit. Art. 2

 

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