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Operatori sanitari: chi si prende cura di chi cura?

 

La pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova i servizi sanitari generando stress ed esaurimento tra gli operatori sanitari, molti dei quali hanno lasciato il lavoro. Come garantire, dopo la pandemia, adeguate misure di sicurezza e condizioni di lavoro più dignitose per gli operatori sanitari? 

 

I sistemi sanitari svolgono un ruolo chiave nella protezione, ripristino e mantenimento della salute dei pazienti e delle popolazioni. Un personale sanitario ben formato, motivato e supportato è fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo. La pandemia da Covid-19 ha portato l’attenzione sull’importanza della protezione degli operatori sanitari, sottolineando la necessità di garantire loro condizioni adeguate di sicurezza.

Gli operatori sanitari (medici, infermieri, ecc.) di tutto il mondo sono in prima linea nella battaglia quotidiana per contenere le malattie e salvare vite umane, rischiando spesso la propria salute e talvolta la propria vita, come si è verificato nel caso del Covid-19. Gli operatori sanitari devono affrontare anche altri rischi professionali come rischi, chimici, fisici, da movimentazione carichi e psicosociali, inclusa la violenza, che incidono pesantemente sulla loro sicurezza oltre che quella dei pazienti. Condizioni di lavoro non sicure sicuramente aumentano questi rischi.

La pandemia di Covid-19 ha ancor più evidenziato i problemi profondamente radicati che affliggono il personale sanitario. Il burnout, la retribuzione bassa e le condizioni di lavoro pericolose stanno allontanando in massa gli operatori sanitari dagli ospedali. Secondo l’OMS circa il 40% degli operatori sanitari è alle prese con depressione e ansia, mentre il 70% riferisce di sentirsi esaurito. I tassi di abbandono tra gli operatori sanitari stanno aumentando e, di conseguenza, maggiore impegno viene richiesto a coloro che restano.

Lo sviluppo e l’attuazione di programmi nazionali per la protezione della salute e della sicurezza di tutti gli operatori sanitari deve diventare una priorità. Questo per evitare che si ripeta quanto abbiamo visto nella prima fase della pandemia, con personale medico-infermieristico insufficiente, turni di lavoro massacranti, accumulo di stress psico-fisico, orari di lavoro prolungati, operatori sanitari costretti a lavorare in condizioni precarie e in contesti impropri, senza parlare delle carenze organizzative e strutturali come mancanza di posti letto, mancanza di dispositivi di protezione individuale, ecc.

I decisori politici faticano a comprendere che i risparmi conseguiti con i tagli alla spesa sanitaria (personale, posti letto, ecc.) non coprono i costi provocati dai tagli stessi. Ciò vale sia per i pazienti che per il personale sanitario: solo per fare un esempio, nel 2017 solo i costi annuali delle malattie e degli infortuni sul lavoro nel settore sanitario e dei servizi sociali in Gran Bretagna sono stati stimati in 3,38 miliardi di dollari.

Il benessere dei lavoratori non può prescindere da adeguate condizioni di lavoro. Infatti le conseguenze non si sono fatte attendere. Durante il 2022, l’Europa ha assistito a un numero crescente di scioperi tra gli operatori sanitari, indetti per protestare contro condizioni di lavoro difficili e risorse insufficienti. In Francia medici e infermieri hanno indetto uno sciopero nazionale con la partecipazione di oltre 100.000 operatori sanitari. In Irlanda, più di 6000 infermieri hanno scioperato per preoccupazioni sulla bassa retribuzione e sulle cattive condizioni di lavoro. In Germania, migliaia di operatori sanitari hanno partecipato a uno sciopero nazionale, per ragioni simili. E nel Regno Unito, scioperi di medici, infermieri e personale operante sulle ambulanze hanno tenuto in scacco il sistema sanitario per mesi.

Il rispetto di condizioni di lavoro sicure e dignitose per gli operatori sanitari è uno degli impegni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a seguito della pandemia, ha richiesto a tutti gli Stati membri di adottare. Per l’OMS tutti gli Stati membri dovrebbero dotarsi di uno specifico programma nazionale finalizzato alla protezione della salute, della sicurezza e del benessere dei lavoratori nel settore sanitario, comprendente tutti i rischi professionali, compresi quelli infettivi, da movimentazione carichi, fisici, chimici e psicosociali. Ciò porterà a sostanziosi benefici in termini di salute e benessere individuali e collettivi, sia per gli operatori sanitari che per coloro che assistono, e preparerà meglio i paesi a gestire le prossime emergenze sanitarie che ci attendono, oltre che a rafforzare i sistemi sanitari per fornire servizi essenziali e quotidiani.

I paesi che hanno già iniziato questo percorso hanno registrato riduzioni degli infortuni e delle malattie legate al lavoro, nonché miglioramenti nell’ambiente di lavoro, nella produttività del lavoro e nel benessere degli operatori sanitari.

 

In un altro articolo abbiamo parlato della valutazione dei rischi in ambiente sanitario (qui).

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BIBLIOGRAFIA

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Fassari C. “In tutta Europa operatori sanitari in crisi: poco pagati, stressati e sempre più vecchi. Oms: “Intervenire subito o sanità andrà in tilt”. Approvata la “Carta di Bucarest”. Articolo pubblicato sul sito di informazione sanitaria QuotidianoSanità il 24-03.2023

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Labate G. “Verità e giustizia, sul Ssn diciamola tutta“. Sito web QuotidianoSanità, 27 ottobre 2023

 

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