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L’acqua di rubinetto fa venire i calcoli?

Molte persone pensano che l’acqua di casa favorisca la formazione dei calcoli renali. In realtà, come emerge dalle evidenze scientifiche, tale convinzione è infondata, vediamo perchè

 

Molte persone pensano che l’acqua di casa favorisca la formazione dei calcoli renali. Le motivazioni di questa credenza, come spesso accade, è da cercare nella leggenda metropolitana secondo il quale il calcare contenuto nell’acqua di rubinetto provochi danni alla salute. Non a caso l’acqua minerale in bottiglia è, in Italia, uno dei beni di consumo più acquistati.

È bene invece sapere che la formazione dei calcoli, che sono per lo più costituiti da ossalato di calcio, non dipende dall’acqua ma è in buona parte dipendente da una predisposizione individuale o familiare. Anzi, come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, è dimostrato che le acque ricche di calcio sono utili nella prevenzione della calcolosi renale mentre, viceversa, una carenza di calcio può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia.[1] Questo perché i calcoli sono costituiti da ossalato di calcio, dove la sostanza problematica è proprio l’ossalato, e il calcio aiuta a ridurne l’assorbimento. Infatti, a livello dell’intestino l’ossalato, combinandosi con il calcio, diventa insolubile e viene espulso con le feci o viene degradato da alcuni batteri, riducendo la quota di calcio che può arrivare al flusso sanguigno e quindi ai reni.[2] Paradossalmente, pertanto, è proprio l’acqua ricca di calcio quella più raccomandata per la salute.

Il modo migliore per prevenire i calcoli renali è assicurarsi di bere molta acqua ogni giorno per evitare di disidratarsi, soprattutto in estate o dopo un’intensa attività fisica. Infatti, se si provvede ad un adeguato apporto idrico, è la stessa acqua che agisce meccanicamente “lavando” via i cristalli prima che questi si depositino a formare microcalcoli che, col tempo, aggregandosi, danno luogo ai calcoli veri e propri.[3] La quantità di acqua da bere andrebbe calcolata in base all’età, al sesso, al peso, all’altezza, allo stile di vita, all’attività lavorativa ma anche a fattori esterni come la stagione e la temperatura. Comunque, in genere, dai 14 anni in su, anziani inclusi, si dovrebbero assumere almeno 2 litri di acqua al giorno per le femmine e 2,5 litri per i maschi.[4] Un “trucco” di sicura efficacia per sapere quando bere è guardare il colore delle urine: se giallo chiaro significa che l’acqua nel nostro organismo è sufficiente, se il colore è giallo scuro è indice che le urine sono concentrate e bisogna bere.

In conclusione, non ci sono motivi validi per sostituire l’acqua del rubinetto con l’acqua in bottiglia. Consumare acqua di casa avrebbe benefici anche per l’ambiente in termini di riduzione di CO2 legata al trasporto delle bottiglie e al loro smaltimento. Inoltre la legge garantisce analisi costanti sull’acqua di rubinetto,[5] al contrario di quanto accade all’acqua in bottiglia i cui controlli risalgono in molti casi a mesi se non anni prima (leggere le etichette per credere). Oltre a questo, c’è la comodità di avere l’acqua sempre disponibile in casa, oltre al notevole risparmio economico.

 

 

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BIBLIOGRAFIA

[1]L’acqua del rubinetto fa venire i calcoli?”. Sito web Istituto Superiore di Sanità, 14 marzo 2018

[2] Chen T, Qian B, Zou J, et al. “Oxalate as a potent promoter of kidney stone formation”. Front Med (Lausanne). 2023 Jun 5;10:1159616 (link)

[3]L’acqua del rubinetto fa venire i calcoli?”. Sito web Istituto Superiore di Sanità, 14 marzo 2018

[4] Amati C. “Quanta acqua bere al giorno in base all’età per regolare il metabolismo“. Sito web Corriere della Sera, 22 marzo 2024 

[5]Bere l’acqua del rubinetto: credenze, vantaggi e benefici”. Sito web ACEA (link)

 

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