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Errori in sanità, pubblicato l’ultimo rapporto

Pubblicato l’ultimo rapporto relativo alle richieste di risarcimento danni in sanità. Quali gli errori più frequenti? E in che ambito? Quali i costi? Vediamolo in questo articolo

 

La possibilità che un paziente subisca un danno imputabile alle cure sanitarie è purtroppo un rischio non del tutto eliminabile. In questi casi la struttura è tenuta a garantire il diritto dei pazienti danneggiati e dei loro familiari ad un equo risarcimento del danno.

Il broker assicurativo Marsh ha pubblicato il suo ultimo rapporto in cui vengono presentati i dati relativi alla cosiddetta “malasanità” in Italia, giunto alla quattordicesima edizione. Nel report vengono analizzati i sinistri di 84 Aziende Sanitarie appartenenti complessivamente a 13 diverse Regioni italiane, con distribuzione in tutta Italia, relativamente agli anni dal 2005 al 2022. Ricordiamo che per “sinistro” si intende ogni richiesta di risarcimento danni presentata all’azienda sanitaria da parte di quei soggetti che ritengono di aver subito un danno come conseguenza di un errore sanitario.

Lo studio si propone anche di presentare e descrivere i principali scenari di rischio presenti nelle strutture sanitarie, ma anche di approfondire le cause profonde e i fattori che contribuiscono al verificarsi di tali eventi dannosi, le cui conseguenze gravano sia sui pazienti sia sull’organizzazione sanitaria.

Il report Marsh conta complessivamente 26.302 richieste di risarcimento, di queste l’84,5% è attribuibile al rischio clinico, intendendo con questo termine tutte le richieste di risarcimento conseguenti ad eventi, o presunti tali, che incorrono al paziente durante il percorso di cura. La restante percentuale riguarda danni a cose, danni ai lavoratori (es. infortuni, aggressioni) o alla struttura.

Per 19,4% delle cause si è fatto ricorso all’autorità giudiziaria (tribunale civile o penale), mentre la restante percentuale si è conclusa con un accordo bonario tra le parti (es. mediazione).

A livello nazionale, il tasso di rischio è di 5,32 sinistri ogni 100 medici, in lieve aumento rispetto ai 4,9 della precedente edizione del report. Si contano invece 2,16 sinistri ogni 100 infermieri.

Nell’anno 2022 le strutture hanno complessivamente ricevuto, in media, 16 richieste risarcitorie,[1] valore in netta e progressiva discesa rispetto alle 45 richieste del 2012. Questo rappresenta un segnale positivo per il sistema sanitario, probabilmente dovuto anche a una maggiore attenzione rivolta al tema della riduzione dei rischi e del miglioramento della qualità e della sicurezza delle cure. D’altra parte, però, si osserva una tendenza opposta riguardo ai costi ed ai valori liquidati per singola pratica di risarcimento da malasanità. 

 

Gli errori più frequenti e le specialità più colpite

Sul piano delle frequenze, gli errori chirurgici si confermano ancora una volta la principale fonte di richieste di risarcimento con il 32% dei sinistri, al secondo posto l’errore diagnostico (22%) e al terzo quello terapeutico (10%). Seguono, in misura minoritaria: cadute accidentali (7%); infezioni (6,5%); errori connessi a procedure invasive e assistenziali (4%); errori da parto/cesareo (3%), errori anestesiologici (2%).[2]

In linea con le precedenti edizioni del report Marsh, anche quest’anno l’Ortopedia e Traumatologia, con una percentuale pari al 19,4% sul totale dei sinistri, rimane l’area a maggior rischio per le Aziende Sanitarie. Ad essa seguono: DEA/Pronto Soccorso con una frequenza del 16% di richieste di risarcimento; Ostetricia e Ginecologia con quasi il 10% e Chirurgia Generale con il 9%.

Il report Marsh approfondisce anche le infezioni correlate all’assistenza (ICA), un fenomeno in crescita con il 9% del costo totale dei sinistri, dato quasi raddoppiato dal 2012, quando si assestava al 4,7%.

 

I costi

Nel 2022 il costo medio dei sinistri è stato di 130 mila euro, contro i 97mila di 10 anni prima, delineando un trend in crescita.[3]

Errori chirurgici e diagnostici non sono solo gli eventi con maggiore incidenza in termini di frequenza, come abbiamo visto, ma anche quelli a maggior impatto economico. Ciò si può osservare per esempio con gli errori da parto, che seppur poco frequenti, impattano con un importo medio superiore a € 435.000.

I risarcimenti compresi fra € 250.000 e € 500.000 da soli impattano per più di un quarto del costo totale dei sinistri (25,4%). Gli errori più “costosi” hanno raggiunto, in alcuni casi, i 3 milioni di €.

 

In ossequio alla normativa vigente sulla sicurezza delle cure, in caso di evento avverso, l’azienda è tenuta a svolgere un’indagine conoscitiva volta ad accertare i fattori contributivi e ad attuare adeguate contromisure per la mitigazione del rischio. Ne abbiamo parlato in questo articolo.

 

 

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BIBLIOGRAFIA

[1] XIV Report MedMal Marsh. Studio sull’andamento del rischio da Medical Malpractice nella Sanità italiana (2023). Pag. 7 (LINK)

[2] Ibidem. pag. 14

[3] Ibidem. pag. 26

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