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La movimentazione manuale dei pazienti nel servizio 118: rischi e soluzioni

 

La professione di soccorritore nel servizio d118 comporta la movimentazione manuale dei pazienti con il relativo rischio di infortunio. Vediamo in questo articolo come è possibile intervenire dal punto di vista della prevenzione

 

La professione di soccorritore nel servizio d118 comporta la movimentazione manuale dei pazienti con il relativo rischio di infortunio che ne deriva. Tra i fattori di rischio principale c’è quello di lesioni al livello dell’apparato osteo-articolare, soprattutto del tratto dorso-lombare, ma anche rischio di sovraccarico biomeccanico al livello degli arti inferiori.[1]

Purtroppo si assiste ad un’esponenziale crescita delle malattie professionali a carico dell’apparato muscolo-scheletrico,[2] spesso dovute a gesti ergonomicamente errati mentre è fondamentale che le manovre di movimentazione manuale dei pazienti siano eseguite in maniera corretta. In questo manuale dell’Azienda USL di Bologna è illustrato come eseguire correttamente le manovre di movimentazione manuale dei pazienti non collaboranti in ambiente extraospedaliero.

I lavoratori delle ambulanze hanno un alto tasso di disturbi a carico del collo, delle spalle, del rachide. Strappi muscolari e stiramenti sono all’ordine del giorno. La responsabilità principale di questi problemi è da ricercare nelle condizioni ergonomiche sfavorevoli a cui vanno incontro gli operatori in occasione dell’attività di lavoro. Le caratteristiche del carico possono costituire un rischio per vari motivi: il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi (es. gradini), il carico è in equilibrio instabile o con contenuto a rischio di spostamento (es. sollevamento della barella da terra), il carico è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto/maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco (es. paziente sul telo-amaca), il posto o l’ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un’altezza di sicurezza o in buona posizione (es. fossati).

In tale campo l’attività di assistenza espone a non trascurabile rischio in considerazione del fatto che i “carichi” da sollevare presentano caratteristiche peculiari come nel caso di paziente non collaborante o non cosciente che richiede di essere completamente sollevato per il trasferimento dall’abitazione all’ambulanza (in tali casi il paziente viene posizionato su un telo-amaca a sei manici ed evacuato per le scale) o come nel caso dell’evacuazione dei feriti da auto coinvolte in incidenti stradali in cui è necessario estricare uno o più pazienti dal mezzo per il necessario posizionamento sulla tavola spinale. Sfortunatamente, questo porta a un gran numero di infortuni alla schiena tra i soccorritori, ostacolando la loro capacità di fornire un’assistenza di qualità ai pazienti e talvolta contribuendo anticipatamente alla fine della loro carriera, per motivi di salute.

A fronte di un elevato numero di infortuni registrati la diminuzione del rischio riguardo la movimentazione manuale dei pazienti nel servizio d’emergenza risulta una problematica di difficile soluzione. La prevenzione è possibile con l’istituzione di corsi di addestramento per il personale sanitario, finalizzati ad apprendere le corrette modalità di sollevamento. I corsi sul sollevamento corretto dei carichi dovrebbero costituire la maggior parte della formazione per i soccorritori impegnati nel servizio di emergenza-urgenza sul territorio.

Poiché le lesioni da sollevamento hanno conseguenze sia sui pazienti che sugli operatori, è tempo di ripensare gli strumenti che vengono utilizzati per il trasporto dei pazienti, invece di fare affidamento solo sul telo di sollevamento (telo-amaca) o su qualche altro sistema improvvisato (es. sedie da cucina, ecc.). Nel corso degli ultimi anni le ditte costruttrici hanno sviluppato ausili di tipo elettrico o meccanico per la movimentazione che hanno lo scopo di ridurre il sovraccarico funzionale sulla colonna vertebrale dell’operatore indotto dalle operazioni di movimentazione del paziente, si pensi ad esempio alle sedie portaferiti con scivolo che non richiedono agli operatori di sollevare il paziente o le barelle elettriche. Quest’ultime, già in uso presso enti addetti al servizio urgenza emergenza sanitaria di altri paesi, come ad esempio la Croce Rossa Spagnola e il London Ambulance Service, possono evitare patologie alla colonna vertebrale dovute alle continue sollecitazioni derivanti dal sollevamento continuo e dalla ripetuta movimentazione manuale dei pazienti, riducendo così i costi sociali ed economici derivanti da episodi di infortuni sul lavoro o malattie acute e croniche (in questo video sono mostrati alcuni modelli di barella elettrica).

 

In altro articolo abbiamo parlato della valutazione dei rischi specifici del personale del servizio 118 (qui).

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BIBLIOGRAFIA

[1] Decreto Legislativo 09-04-2008, n. 81. Attuazione dell’art.1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Gazzetta Ufficiale n. 101, S. O. 108, 30 aprile 2008

[2]  ANMIL Onlus Associazione Nazionale tra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro. “1° Rapporto Annuale sulla Salute e Sicurezza sul lavoro – Executive Summary”. 2017, pag. 6

 

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