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Cadute dei pazienti in ospedale: si possono prevenire?

Le cadute dei pazienti rientrano tra gli eventi avversi più frequenti nelle strutture sanitarie. Vediamo brevemente cosa è possibile fare ai fini della prevenzione di questo pericoloso evento

 

Le cadute dei pazienti in ospedale non sono da sottovalutare considerando che possono causare traumi anche gravi al paziente fino al decesso, per esempio in caso di trauma cranico. La maggior parte delle cadute si verificano nei pazienti anziani, in particolare quelli sottoposti a terapia con farmaci psicoattivi come le benzodiazepine o che hanno deficit in termini di forza, mobilità o equilibrio ma anche i pazienti giovani che sono gravemente malati sono a rischio di cadute.

Le cadute rientrano tra gli eventi avversi più frequenti che possono capitare all’interno delle strutture sanitarie e socio sanitarie. Secondo l’ultima edizione del Report Medical Malpractice della società di brokeraggio Marsh sui sinistri nella sanità pubblica in Italia, le cadute accidentali si collocano al quarto posto per frequenza dopo l’errore chirurgico, diagnostico e terapeutico. [1]

Dato l’invecchiamento della popolazione che si sta verificando a livello mondiale, ci si aspetta che l’incidenza delle cadute continui ad aumentare e pertanto sarà sempre più importante, per i sistemi sanitari, cercare di prevenirle. Le ricerche mostrano che è possibile prevenire quasi un terzo delle cadute.[2] Per gli operatori sanitari la prevenzione di tale fenomeno assume importanza non solo dal punto di vista etico ed umano, per i danni al paziente, ma anche per le conseguenze in termini di responsabilità civili e penali a cui possono andare incontro in caso di denuncia. Tale aspetto riguarda anche la struttura sanitaria. La carenza di personale e la disorganizzazione nei turni di infermieri e medici possono causare difetti di vigilanza nei confronti dei pazienti con le conseguenze che ne derivano in termini di responsabilità.[3] 

Il Ministero della Salute ha elaborato una Raccomandazione sulla prevenzione del rischio da cadute che costituisce uno strumento utile per ridurre il rischio di tale evento. La Raccomandazione si applica a tutte le strutture sanitarie in cui venga prestata assistenza, sia in ambito acuto che cronico (strutture ospedaliere, di riabilitazione, di lungodegenza, case di riposo, comunità terapeutiche, ecc.). Puoi prendere visione del documento qui.

 

Cosa emerge dalle evidenze scientifiche?

Secondo l’autorevole “Agency for Healthcare Research and Quality” (Agenzia per la ricerca e la qualità in sanità) statunitense[4] un efficace programma di prevenzione delle cadute dovrebbe basarsi su una combinazione di diverse misure, quali: protezione ambientale (per esempio illuminazione degli ambienti adeguata, scale provviste di corrimano, ecc.), interventi clinici (come, per esempio, minimizzare i farmaci a rischio di provocare disorientamento), interventi culturali (rendere consapevole il personale del rischio cadute, educare il paziente) e interventi tecnologici/logistici (come allarmi a letto o letti regolabili in altezza).

Una recente meta-analisi pubblicata sul Journal of the American Medical Association  (JAMA),[5] che ha compreso 54 studi e 41.596 partecipanti, ha dimostrato come siano efficaci, ai fini della riduzione delle cadute, i seguenti interventi:

  • Esercizio fisico (compresi esercizi finalizzati al miglioramento dell’equilibrio)
  • Sottoporre il paziente a una valutazione e trattamento dei problemi di vista
  • Valutazione ambientale 
  • Valutazione di ciascun paziente (ad es. valutazione geriatrica completa)
  • Trattamento dell’osteoporosi (nei soggetti a rischio).

I risultati della ricerca indicano che l’esercizio fisico contribuisce già da solo ad un minor rischio di cadute. La combinazione di esercizio fisico e valutazione e trattamento dei problemi di vista si è dimostrato l’intervento più efficace per la riduzione delle cadute dannose. In conclusione, i risultati della meta-analisi pubblicata sul JAMA suggeriscono di incoraggiare i pazienti a fare esercizio fisico, a sottoporsi a valutazioni della vista frequenti e, nei casi a rischio, a considerare una terapia per l’osteoporosi.

 

Sicurezza dei luoghi

Prevenire significa anche rendere i luoghi di assistenza più sicuri e accoglienti perchè anche questo aspetto ha un impatto in termini di salute e di sicurezza. Dall’analisi di oltre 400 studi pubblicati si può comprendere come esista un legame tra qualità delle cure, salute dei pazienti e il modo nel quale gli ospedali sono stati progettati. Per citare un esempio, al Methodist Hospital di Indianapolis le cadute dei pazienti mostrarono una riduzione del 75% con un miglior uso dello staff d’assistenza in seguito a una nuova e più settoriale distribuzione dei punti di lavoro delle infermiere in prossimità delle camere dei pazienti.[6] 

 

In un altro articolo abbiamo visto le cadute dei pazienti dal punto di vista delle responsabilità civili e penali (qui).

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BIBLIOGRAFIA

[1] Marsh Risk Consulting. Medmal Claims Italia. Decima edizione, 2019

[2] Cameron ID, Murray GR, Gillespie LD, et al. “Interventions for preventing falls in older people in nursing care facilities and hospitals”. Cochrane Database of Systematic Reviews 2010, Issue 1. Art. No.: CD005465

[3] Sentenza n. 6689/2018, terza Sezione Civile della Suprema Corte di Cassazione

[4] https://psnet.ahrq.gov/primers/primer/40/Falls

[5] Tricco A. C., Thomas S. M., Veroniki A. A. et al. “Comparisons of Interventions for Preventing Falls in Older Adults. A Systematic Review and Meta-analysis”. JAMA. 2017;318(17):1687-1699

[6] Tartaglia R., Vannucci A. “Prevenire gli eventi avversi nella pratica clinica”. Ed. Springer Italia, 2013, pag. 297

 

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2 pensieri su “Cadute dei pazienti in ospedale: si possono prevenire?

  1. Il giorno 01/12/2023 ho fatto una visita dermatologica x una cheratosi che mi porto da 15/20 anni eseguita presso l’ospedale di Mirano ( da considerare che sono già stato operato x ben 3 volte da basalioma con esito negativo )La visita in questione è stata eseguita con molta superficialità e sbrigativamente

    1. Gentilissimo,
      purtroppo non possiamo fare molto per aiutarla. Può eventualmente inviare un reclamo alla Asl dove è stata eseguita la prestazione, seguendo le indicazioni riportate in questo articolo: http://www.conoscereilrischioclinico.it/reclamo/
      Cordiali saluti

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