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Rischio udito per gli operatori della Centrale Operativa 118?

Il rumore ambientale e in cuffia cui sono sottoposti gli operatori delle Centrali Operative dei servizi d’emergenza, può essere causa di danni all’udito? Vediamo cosa emerge dagli studi

 

In una centrale operativa come quella del 118 o 112, l’attività principale viene svolta tramite computer. Al telefono, per poter avere le mani libere gli operatori utilizzano delle cuffiette monoauricolari collegate all’apparecchio (foto sopra).

Malgrado le apparenze, questi lavoratori sono esposti a vari fattori di rischio sul fronte della salute, da quelli posturali fino a quelli inerenti lo stress, il lavoro a turni o l’uso dei videoterminali. A questi si aggiungono i possibili rischi derivanti dall’ascolto continuo effettuato in cuffia con gli utenti, che può durare anche sette ore al giorno. Questo rischio è stato scarsamente considerato nonostante l’INAIL già qualche anno fa lanciasse l’allarme sui possibili rischi legati all’ascolto continuo in cuffia.[1]

L’attività in una centrale operativa si svolge in genere in uno spazio aperto, con molte persone presenti in uno stesso ambiente (foto sotto).

Queste condizioni fanno sì che gli operatori siano esposti al rumore ambientale oltre alle comunicazioni ricevute tramite cuffie. Sebbene il rumore di fondo non contribuisca all’esposizione al rumore, influenza l’impostazione del volume delle cuffie. Infatti il rumore ambientale spesso costringe gli operatori ad alzare il volume delle cuffie e della voce, incrementando così il rumore di fondo in un circolo vizioso difficilmente arrestabile.

Un altro elemento di pericolo per l’udito è rappresentato dagli “choc acustici”, cioè aumenti improvvisi e inaspettati dei livelli di rumore trasmessi attraverso le cuffie alle orecchie dell’operatore, i quali alla lunga possono danneggiare in modo anche permanente l’apparato muscolo-legamentoso e neurosensoriale dell’orecchio.[2]

 

Cosa emerge dagli studi scientifici?

Secondo la normativa europea, il valore limite superiore di esposizione al rumore è fissato a 85 dB (equivalente più o meno al rumore del traffico autostradale). Qualsiasi suono superiore a 85 dB (decibel) può causare danni all’udito nel tempo, cosi che, più a lungo si è esposti, maggiore è il rischio di andare incontro a danni.

Il “National Institute for Occupational Safety and Health” (NIOSH), l’agenzia federale USA per la sicurezza e la salute sul lavoro, ha condotto uno studio sugli operatori del 911 (l’equivalente del nostro 118/112) per valutare il grado di esposizione al rumore. Nel complesso, le valutazioni del NIOSH non hanno rivelato problemi di perdita dell’udito tra gli operatori tuttavia l’esame delle registrazioni del 911 riprodotte attraverso le cuffie ha prodotto livelli di picco fino a 100 dB, quindi superiori al limite di esposizione raccomandato dal NIOSH, anche qui di 85 dB.[3, 4] Le esposizioni pari o superiori a questo livello sono considerate dal NIOSH come pericolose per l’udito in quanto l’esposizione ripetuta e prolungata a tali livelli può causare perdita dell’udito o sintomi come ronzii nelle orecchie. Riguardo al rumore ambientale l’elevato rumore di fondo ha indotto gli operatori del 911 ad aumentare il livello del volume delle cuffie per poter ascoltare le comunicazioni.

Uno studio condotto in Francia su una centrale operativa del SAMU (l’equivalente del nostro 118) ha evidenziato anche qui livelli di rumore ambientale spesso superiori agli standard e talvolta superiori ai limiti raccomandati.[5] Il rumore ambientale, come detto, non è pericoloso in sè ma induce gli operatori ad alzare il volume delle cuffiette e quindi aumenta il loro rischio di esposizione al rumore.

Purtroppo esistono pochi studi specifici sull’attività delle centrali operative dei servizi di emergenza mentre sono disponibili in letteratura diversi studi condotti sui call center, strutture che per ambiente e modalità di lavoro denotano strette somiglianze. Infatti in un call center, come in una Centrale, le attività di base vengono espletate tramite telefono e PC, numerose persone si trovano a lavorare in uno stesso ambiente e fanno uso delle cuffiette auricolari. Ciò è attestato anche dal fatto che alcuni studi hanno indagato gli effetti del rumore sia sulle centrali operative che sui call center, accomunandoli dal punto di vista dei rischi. Gli studi sui call center mostrano che l’esposizione al rumore derivante dall’uso delle cuffie può essere associata a rischi di danni all’udito. Alcuni studi hanno riscontrato in una percentuale del 12%[6] e del 10%[7] il superamento del livello di esposizione giornaliera al rumore consentito di 85 dB. Dalle ricerche è emerso che in molti casi gli operatori dei call center soffrono di sintomi uditivi quali acufeni, disturbi dell’equilibrio, ronzii, ecc.,[8, 9] se non di una vera e propria perdita dell’udito.[10, 11]

Questi risultati contraddicono gli studi secondo i quali il rischio di danni all’udito causati dalle cuffiette sarebbe assente o minimo.[12] Studi condotti dall’INAIL hanno stabilito che il livello medio di esposizione sonora degli operatori dei call center si colloca a cavallo degli 80 dB al giorno, valore che, secondo il D.Lgs 81/2008, è già da considerarsi “a rischio”.[13]

In conclusione, i risultati degli studi suggeriscono che i dipendenti che utilizzano cuffie per la comunicazione potrebbero essere a rischio di danni all’udito e confermano la necessità di implementare un sistema di verifica, prevenzione e monitoraggio del rischio udito in tutti gli ambienti in cui si utilizzano cuffiette auricolari per le comunicazioni.

 

Misure di prevenzione

Esistono misure di prevenzione per ridurre il rischio udito per gli operatori. Il NIOSH raccomanda a lavoratori e datori di lavoro di adottare le seguenti misure, per proteggersi da eventuali danni.[14] 

Per il datore di lavoro:

  • Fornire agli operatori una formazione regolare sulle cuffie e sulle apparecchiature telefoniche che utilizzano;
  • Fornire cuffiette che offrono il controllo del volume regolabile;
  • Fornire cuffiette dotate di dispositivi di protezione contro i picchi improvvisi di rumore (gli “shock acustici” di cui abbiamo parlato);
  • Valutare l’esposizione degli operatori a livelli di rumore superiori a 85 dB e istituire un programma di monitoraggio per i lavoratori esposti, compresi test dell’udito annuali;
  • Proteggere gli operatori da rischi uditivi con un’adeguata insonorizzazione di pareti, soffitti e la presenza di divisori tra gli operatori;
  • Limitare l’accesso nella struttura a visitatori occasionali;
  • Decentrare quando possibile stampanti-fax-fotocopiatrici in un’area esterna alla centrale vera e propria (es. corridoi);
  • Provvedere a un’adeguata manutenzione dei sistemi di ventilazione/condizionamento/riscaldamento.

            

Per l’operatore:

  • Impostare il volume delle cuffiette il più basso possibile;
  • Approfittare delle pause (in zone tranquille) ogni volta che è possibile;
  • Mantenere pulite ed efficienti le cuffie e chiedere di sostituirle quando si notino danni o prestazioni ridotte;
  • Cercare di condurre in altrui luoghi le conversazioni personali per non aumentare il rumore ambientale (es. sala relax).

 

 

In un altro articolo abbiamo visto i rischi lavorativi per gli operatori dell’emergenza territoriale (qui).

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BIBLIOGRAFIA

[1] INAIL. “Allarme udito nei call center: la ricerca Inail al servizio della norma Uni”.  Articolo pubblicato sul sito web INAIL il 14/12/2012 (link

[2] Ibidem

[3] The National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH). “Reducing Noise Hazards for Call & Dispatch Center Operators”. DHHS (NIOSH) Publication No. 2011-210

[4] NIOSH [2008]. “Health Hazard Evaluation Report: Evaluation of potential noise hazards to mechanics and 911 dispatchers at a fire department“, Anchorage, Alaska. Cincinnati, OH:  U.S. Department of Health and Human Services, Public Health Service, Centers for Disease Control and Prevention, National Institute for Occupational Safety and Health, NIOSH HETA No. 2007-0235-3064

[5] Outrey J, Pretalli JB, Pujol S, et al. “Impact of a visual indicator on the noise level in an emergency medical dispatch centre, a pilot study”. BMC Emerg Med. 2021 Feb 23;21(1):22

[6] Trompette N, Chatillon J. “Survey of noise exposure and background noise in call centers using headphones”. J Occup Environ Hyg. 2012;9(6):381–6

[7] Smagowska B. “Noise at work in the call center”. Arch Acoust. 2010;35:253–64

[8] Pawlaczyk-Luszczynska M, Dudarewicz A, Zamojska-Daniszewska M. et al. “Noise exposure and hearing status among call center operators”. Noise Health. 2018 Sep-Oct;20(96):178-189

[9] Ayugi J, Nyandusi M, Loyal PK, et al. “Acoustic shock syndrome in a large call center”. Int Res J Basic Clin Stud. 2016;4:1–4

[10] El-Bastar SF, El-Helay ME, Khashaba EO. “Prevalence and risk factors of sensory-neural hearing loss among telephone operators”. Egypt J Occup Med. 2010;34:113–27

[11] Beyan, Ayse Coskun; Demiral, Yucel; Cimrin, Arif Hikmet; Ergor, Alparslan. “Call centers and noise-induced hearing loss”. Noise and Health 18(81):p 113-116, Mar–Apr 2016

[12] Venet T, Bey A, Campo P, et al. “Auditory fatigue among call dispatchers working with headsets”. Int J Occup Med Environ Health. 2018;31(2):217-226

[13] INAIL. “Allarme udito nei call center: la ricerca Inail al servizio della norma Uni”.  Articolo pubblicato sul sito web INAIL il 14/12/2012 

[14] The National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH). “Reducing Noise Hazards for Call & Dispatch Center Operators”. DHHS (NIOSH) Publication No. 2011-210

 

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