Si sente sempre più spesso parlare dell’Infermiere di Famiglia o di Comunità, ma di cosa si occupa esattamente questa nuova figura? E in quale ambito opera?
L’Infermiere di Famiglia o di Comunità (1) è un professionista con un forte orientamento alla gestione preventiva della salute e opera rispondendo ai bisogni di salute della popolazione di uno specifico ambito territoriale e comunitario di riferimento, favorendo l’integrazione sanitaria e sociale dei servizi.
La sua funzione è orientata ad una presenza continuativa nella comunità territoriale di riferimento facilitando il percorso della presa in carico e della continuità dell’assistenza, favorendo l’integrazione e la collaborazione tra le figure professionali (MMG, PLS, Specialisti, altri infermieri e altre figure sanitarie, assistenti sociali ecc.) e i servizi socio-sanitari presenti sul territorio, in un vero e proprio lavoro di équipe territoriale.
Nel nuovo modello di assistenza primaria, cosi come delineato dalla missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per “presa in carico” si intende un processo in cui, accanto all’accesso amministrativo, organizzativo e di primo trattamento, si garantisce una continuità dell’assistenza secondo una dimensione relazionale, informativa e gestionale per condizioni croniche di salute che non riguardano solo stati di malattia, ma includono anche condizioni di fragilità disabilità e di esposizione a fattori di rischio.
L’Infermiere di Famiglia o di Comunità contribuisce alla programmazione delle attività anche attraverso gli strumenti della “Medicina di Popolazione”. Cosa si intende con questo termine? Per essere realmente efficaci, i servizi sanitari devono essere in grado di tutelare la salute dell’intera popolazione e non solo di coloro che richiedono attivamente una prestazione sanitaria o sociale. Tale approccio viene definito Medicina di Popolazione ed ha l’obiettivo di mantenere l’utenza di riferimento in condizioni di buona salute, rispondendo ai bisogni del singolo paziente in termini sia di prevenzione sia di cura. In tale ottica, particolare attenzione deve essere posta nei riguardi dei soggetti con patologie croniche, oggi sempre più diffuse in una popolazione, quella italiana, sempre più anziana.(2, 3)
In sintesi, l’Infermiere di Famiglia o di Comunità:
- collabora all’intercettazione del bisogno di salute, agendo sulla promozione, prevenzione e gestione della salute in tutte le fasce d’età;
- favorisce l’accessibilità e l’orientamento ai servizi al fine di garantire un’effettiva presa in carico della persona assistita e l’integrazione fra assistenza sanitaria e sociale, in raccordo e sinergia con i diversi soggetti istituzionali, nodi della rete e le diverse professionalità presenti sul territorio;
- promuove il coinvolgimento attivo e consapevole della comunità, organizzando processi e momenti di educazione sanitaria in presenza o in remoto di gruppo, in collaborazione con tutti i livelli, i setting e gli attori, sanitari ed extra-sanitari, interessati al fine di influenzare e controllare maggiormente i determinanti di salute e la qualità di vita all’interno della propria comunità, a supporto dello sviluppo di comunità resilienti e di ambienti favorevoli alla salute;
- promuove attività di informazione/comunicazione sia sui singoli che in gruppo, segmentando linguaggi, format e modalità di interazione in base alla popolazione a cui si riferisce;
- svolge o contribuisce ad attività di counseling motivazionale per la promozione di corretti comportamenti, al fine di favorire la partecipazione e responsabilizzazione individuale e collettiva, intercettando la persona nei diversi momenti della vita, al fine di migliorarne la competenza socio emozionale (es. capacità di autogestirsi, consapevolezza di sé e sociale, capacità decisionale e di relazione) e la responsabilità;
- valorizza e promuove il coinvolgimento attivo della persona e del suo caregiver (es. familiare, badante);
- lavora in forte integrazione con le reti socio-sanitarie e territoriali (associazioni, volontariato, ecc.), e con il Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta;
- utilizza sistematicamente strumenti digitali e di telemedicina.
L’Infermiere di Famiglia o di Comunità trova collocazione principalmente nelle Case di Comunità, nelle “Centrali Operative Territoriali” e negli Ospedali di comunità, in quest’ultime con funzione di case manager.(4) Gli Infermieri di Famiglia o di Comunità sono anche le figure basilari individuate per potenziare le cure domiciliari e per continuare a fare fronte all’emergenza pandemica in corso.(5) I nuovi modelli organizzativi di assistenza territoriale sanitaria e socio sanitaria generano un enorme fabbisogno aggiuntivo di personale e quindi anche di questa nuova figura, si stima infatti siano necessarie almeno 20.000/30.000 unità.(6) A tal fine sono stati messi a disposizione cospicui fondi per l’assunzione del personale necessario da parte delle Regioni.(7)
In un altro articolo abbiamo parlato dell’Ospedale di comunità (qui).
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BIBLIOGRAFIA
- DL n. 34/2020, art. 1 c. 5, convertito in L. 17 luglio 2020, n. 77 “Proposta di linee di indirizzo infermiere di famiglia/comunità“
- “Linee di Indirizzo Infermiere di Famiglia/Comunità” della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome
- “Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Sistema Sanitario Nazionale” redatta dal Gruppo di lavoro Agenas sull’assistenza territoriale
- ASIQUAS. “Come dovrebbero operare gli Ospedali di Comunità“. Articolo pubblicato sul sito di informazione sanitaria “Quotidianosanità” ii 22-01-2022
- “Decreto rilancio”, convertito con la Legge n. 77/2020
- Fosti G., Notarnicola E., Perobelli E. “4° Rapporto dell’Osservatorio Long Term Care“. Ed. EGEA, 2022. Pag. 209
- AGENAS. “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”. Webinar del 29 luglio 2021