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Intelligenza artificiale in sanità: potenzialità e rischi

L’intelligenza artificiale promette di rivoluzionare il mondo della sanità. Ma quali potenzialità, e quali rischi?

 

L’Intelligenza Artificiale si sta diffondendo nella nostra Società a un ritmo vertiginoso. Tutti i giorni la utilizziamo, anche inconsapevolmente, pensiamo ad esempio a servizi come “Alexa” di Amazon o “Siri” di Apple ma anche ai siti di streaming o i navigatori satellitari. Alcuni quotidiani italiani già oggi pubblicano articoli generati con l’intelligenza artificiale.

Il progresso nell’intelligenza artificiale sta avendo implicazioni anche nel campo della salute. Si prevede che l’integrazione delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale nella pratica medica possa produrre a breve cambiamenti sostanziali in molti settori della medicina e dell’assistenza sanitaria. È notizia di qualche giorno fa che negli Stati Uniti per la prima volta una diagnosi di ChatGPT (uno dei software più noti di intelligenza artificiale generativa) ha risolto il problema di salute di un bambino dopo tre anni di inutili consulti specialistici.[1] 

Ma cos’è l’intelligenza artificiale? In sintesi, l’intelligenza artificiale (IA) è un settore dell’informatica che sviluppa algoritmi per imitare le funzioni cognitive umane, come l’apprendimento, il ragionamento e la risoluzione dei problemi.[2] La base dell’IA sono gli algoritmi, che vengono tradotti in codice informatico per la trasformazione dei dati in conclusioni, informazioni o altri risultati.

 

Vantaggi

Ma quali sono le potenzialità dell’applicazione dell’Intelligenza artificiale in sanità? Facciamo alcuni esempi.

Il campo nel quale si sono fatti più progressi in termini di utilizzo dell’IA come supporto per i medici è quello diagnostico. Gli algoritmi possono analizzare immagini diagnostiche come radiografie, risonanze magnetiche e TAC con una precisione straordinaria, aiutando i radiologi nella rilevazione precoce delle malattie e nella diagnosi, individuando anomalie che sarebbero sfuggite all’occhio umano.[3]

Altra area di applicazione è quella legata ai sistemi di predizione, in grado di identificare possibili patologie prima ancora che queste si manifestino. Gli algoritmi di intelligenza artificiale possono monitorare continuamente i dati di un paziente, inclusi i segni vitali, i risultati di laboratorio e i sintomi riferiti dal paziente, per identificare potenziali segnali di allarme. Ad esempio, i modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale nella valutazione del rischio di malattie cardiovascolari hanno mostrato prestazioni migliori rispetto ai modelli di rischio usati in precedenza.[4]

I programmi di IA già oggi stanno accelerando enormemente i risultati della ricerca scientifica.[5] Per esempio, è stato possibile approntare efficacemente e in tempi brevi i vaccini contro il Covid-19 proprio grazie all’IA.[6]

Gli algoritmi di intelligenza artificiale possono esaminare continuamente fattori quali la demografia della popolazione, la prevalenza delle malattie e la distribuzione geografica. Ciò può aiutare a identificare i pazienti a rischio più elevato di determinate condizioni patologiche, aiutando nella prevenzione o nel trattamento.[7]

Se utilizzata in modo sicuro e appropriato, l’IA potrebbe espandere in modo esponenziale la medicina basata sull’evidenza per migliorare i risultati sanitari. Le linee guida richiedono solitamente molto tempo, dallo stabilire il divario di conoscenze che deve essere colmato alla pubblicazione e diffusione delle linee guida. L’intelligenza artificiale può aiutare a identificare i dati provenienti dagli studi clinici più recenti per lo sviluppo in tempo reale di linee guida basate sull’evidenza.[8]

In futuro, l’identificazione degli eventi avversi nelle cartelle cliniche elettroniche sarà probabilmente effettuata sfruttando l’intelligenza artificiale, considerando la necessaria integrazione, che già si prevede, tra questa tecnologia e i dati sanitari dei pazienti.

Solo nel 2023 circa 163.000 persone potrebbero essere morte in Europa a causa di errori medici. Il 30% degli errori medici sono dovuti a errori di comunicazione. L’intelligenza artificiale è ideale per migliorare la comunicazione fornendo le informazioni giuste alle persone giuste al momento giusto, prevenendo errori, salvando vite umane e migliorando gli outcome clinici.[9] 

 

Quali rischi?

Come per qualsiasi innovazione, le nuove opportunità comportano nuovi rischi che devono essere mitigati per ridurre al minimo i danni. Infatti, se i benefici dell’IA sono molti, altrettanti sono i rischi che potrebbe generare. Sono state espresse preoccupazioni riguardo alle implicazioni etiche e legali legate all’introduzione dell’intelligenza artificiale in sanità come, per esempio:  potenziali errori e danni ai pazienti; rischio di parzialità e aumento delle disuguaglianze sanitarie; mancanza di trasparenza e fiducia; difficoltà nell’identificare le fonti degli errori e relative responsabilità; vulnerabilità agli attacchi di hacking (attacchi informatici); violazioni della privacy dei pazienti.[10] Soprattutto il tema della responsabilità è quello più delicato; chi sarà responsabile di un sistema che “autoapprende”, cioè che si evolve nel tempo? 

Sono documentati casi di strumenti di intelligenza artificiale che hanno fallito nel rispondere a determinati quesiti. Infatti, nonostante i continui progressi queste tecnologie non sono ancora infallibili e potrebbero potenzialmente comportare problemi di sicurezza, indipendentemente dal comportamento umano, come ad esempio diagnosi mancate su persone malate (falsi negativi) o, al contrario, indicare la presenza di patologie inesistenti su persone sane (falsi positivi).[11]. Ma esiste anche il rischio di un uso scorretto da parte degli utilizzatori, come medici e altri operatori sanitari. L’uso scorretto degli strumenti di intelligenza artificiale potrebbe comportare una valutazione medica e un processo decisionale errati e, di conseguenza, un potenziale danno per il paziente. Per aumentare l’adozione e ridurre al minimo gli errori, i futuri professionisti dovrebbero essere adeguatamente formati all’uso di questa nuova tecnologia, già a partire dalla formazione universitaria.[12, 13]

Alla luce delle conoscenze attuali l’OMS, nonostante i grandi progressi compiuti negli ultimi anni, ritiene che siano necessari ancora ulteriori ricerche e sviluppi prima dell’introduzione effettiva delle tecnologie basate sull’IA nella pratica clinica.[14] Anche in Italia “la validazione scientifica dei sistemi di IA in medicina è condizione assolutamente indispensabile per il loro impiego in un contesto assistenziale”.[15]  

E’ allo studio del Parlamento europeo un regolamento sull’intelligenza artificiale finalizzato a gestire i rischi e tutelare i diritti delle persone, anche in materia di salute. Lo stesso regolamento prevede la costituzione di specifiche autorità di controllo sull’intelligenza artificiale, sia a livello europeo che di singolo Stato membro, aventi finalità di supervisione e controllo.[16] 

 

In un altro articolo abbiamo parlato della blockchain in sanità (link).

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BIBLIOGRAFIA

[1] Ottaviani C. “Il piccolo Alex visitato da 17 medici in 3 anni ma solo ChatGPT riesce a fare la diagnosi”. Articolo pubblicato sul sito de La Repubblica il 14-09-2023

[2] McCarthy J, Minsky M, Rochester N, Shannon C. “A proposal for the Dartmouth summer research project on artificial intelligence”. AI Magazine. 2006;27(4):12

[3] Wang X., et al. “ChestX-ray8: hospital-scale chest X-ray database and benchmarks on weakly-supervised classification and localization of common thorax diseases”. 2017

[4] Jamthikar AD, Gupta D, Saba L. et al. “Artificial intelligence framework for predictive cardiovascular and stroke risk assessment models: A narrative review of integrated approaches using carotid ultrasound”, Comput Biol Med.;126:104043, 2020

[5] Fiorini N, Leaman R, Lipman DJ, Lu Z. “How user intelligence is improving”. PubMed. Nat Biotechnol. 2018a

[6] Buscemi P., Del Riccio M. “Intelligenza artificiale e salute”. Articolo pubblicato sul sito Saluteinternazionale il 30 Ottobre 2023

[7] Alowais, S.A., Alghamdi, S.S., Alsuhebany, N. et al. “Revolutionizing healthcare: the role of artificial intelligence in clinical practice”. BMC Med Educ 23, 689 (2023)

[8] Ibidem

[9] OECD. “AI in health. Huge potential, huge risks” (2024). Pag. 3

[10] European Parliamentary Research Service (EPRS). “Artificial intelligence in healthcare. Applications, risks, and ethical and societal impacts”. Bruxelles, June 2022 (link)

[11] Ibidem. Pag. 15

[12] Comitato Nazionale per la Bioetica. “Intelligenza artificiale e medicina: aspetti etici“. 2020. Pag. 15

[13] European Parliamentary Research Service (EPRS). “Artificial intelligence in healthcare. Applications, risks, and ethical and societal impacts”. Bruxelles, June 2022. Pag. 18

[14] World Health Organization. “Ethics and governance of artificial intelligence for health: WHO guidance”. Geneva, 2021 (link)

[15] Ministero della salute. “I sistemi di intelligenza artificiale come strumento di supporto alla diagnostica”. Novembre 2021. Pag. 24

[16] 18° Forum Risk management in sanità.  “L’intelligenza artificiale in medicina“. Prof.ssa Fidelia Cascini. Arezzo, 21 novembre 2023

 

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