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Linee guida: prove scientifiche o interessi commerciali?

Gli interessi economici in sanità possono compromettere l’indipendenza della ricerca e influire, pertanto, sulla qualità delle cure e dell’assistenza ai pazienti

 

Le linee guida consistono in raccomandazioni di comportamento clinico, redatte sulla base di  aggiornati processi di rielaborazione della migliore letteratura scientifica, rivolte ai  sanitari, allo scopo di suggerire loro le modalità di intervento più appropriate in specifiche circostanze cliniche.[1] 

In materia di linee guida la legge n. 24/2017 (più nota come “legge Gelli”) sulla responsabilità professionale sanitaria[2] ha introdotto due importanti elementi di novità. In primo luogo, consente la pubblicazione delle linee guida alle società scientifiche e associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in un apposito elenco istituito dal Ministro della Salute.[3] Poi, rende il rispetto delle linee guida di fatto obbligatorio per gli esercenti la professione sanitaria in quanto prevede l’esclusione della responsabilità penale nei casi di imperizia qualora siano state rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida.[4] 

L’interesse primario delle società medico-scientifiche dovrebbe essere la tutela della Salute Pubblica, perseguito attraverso attività di ricerca, pubblicazioni su riviste scientifiche, stesura di linee-guida, eventi formativi e informativi delle nuove conoscenze. Il supporto economico da parte dell’industria, rappresentando una fonte di finanziamento per lo svolgimento di tutte queste attività, compromette l’indipendenza della ricerca e dell’aggiornamento medico e, di conseguenza, rischia di influire sulla qualità delle cure e dell’assistenza ai pazienti. Ciò si pone in contrasto con i dettami dell’art. 30 del Codice di deontologia medica il quale richiede al professionista di “evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l’interesse primario, qual è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato da un interesse secondario”.

Ci sono ampie prove da revisioni sistematiche di come molte linee guida riflettano più gli interessi commerciali di chi le ha pubblicate che non le prove d’efficacia.[5]Una recente ricerca, svolta sui siti web di 154 Società mediche italiane, ha permesso di osservare che solo il 4,6% delle Società scientifiche ha un codice etico per la gestione delle relazioni finanziarie con l’industria, solo il 6,1% ha un bilancio societario trasparente, ben il 45,6% menziona nello statuto il conflitto di interessi. Rispetto alla sponsorizzazione industriale il 29% delle società mediche riporta loghi dell’industria sponsor sulla home page dei propri siti web e il 67,7% ha accettato sponsorizzazioni in occasione dell’ultimo congresso.[6] 

In un articolo che ha destato un certo clamore[7] gli autori denunciavano come “Il progresso scientifico è ostacolato…perché l’industria sopprime i risultati negativi degli studi, non segnala gli eventi avversi”, cosi che “I pazienti muoiono a causa dell’impatto negativo degli interessi commerciali”.

Data l’obbligatorietà dell’adesione alle linee guida da parte degli esercenti le professioni sanitarie, sarebbe opportuno che queste siano improntate a criteri di massima imparzialità e scientificità, superando potenziali conflitti di interesse tra società scientifiche e industria. Pertanto, nella costituzione dall’elenco presso il Ministero della salute ovvero preliminarmente alla pubblicazione della Linea guida, dovrebbe condursi un’adeguata verifica, tra gli estensori delle linee guida, sull’assenza di soggetti, ovvero sulla loro presenza comunque minoritaria, che abbiano legami con l’industria del farmaco o delle apparecchiature medicali. Le linee guida dovrebbero essere sviluppate da gruppi multidisciplinari di lavoro, coordinati da Pubbliche Istituzioni, che comprendano anche gli esponenti delle Società Scientifiche e degli Ordini, insieme a professionisti con esperienza di linee guida, esperti sanitari, rappresentanze di assistiti, tutti tenuti a dichiarare le proprie relazioni finanziarie, inclusi dirigenti di sanità pubblica in grado di entrare nel merito di valutazioni costo-efficacia. 

Nel giugno 2022 è entrato in vigore il cosiddetto “Sunshine Act”, una legge che si pone l’obiettivo di regolare i rapporti tra industrie, professionisti della salute e organizzazioni sanitarie, sull’onda di analoghe misure già in vigore in altri paesi, come Francia e Stati Uniti.[8] La norma prevede che le aziende farmaceutiche e i produttori di dispositivi medici siano obbligati a pubblicare tutti i finanziamenti, diretti e indiretti, verso gli operatori sanitari, pena il pagamento di multe salatissime.[9] 

 

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BIBLIOGRAFIA

[1] Field MJ, Lohr KN (Editors). Guidelines for Clinical Practice. From Development to Use. Washington, D.C: Institute of Medicine. National Academy Press; 1992

[2] Legge n. 24/2017. “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie

[3] Ibidem. Art. 5

[4] Ibidem. Art. 6

[5] Jorgensen A et al. Systematic review. BMJ2006; 333:782 / Kung J. Arch Intern Med 2012; 172:1628 / Lenzer J. BMJ 2013, 346 / Stamatakis E et al. Eur J Clin Invest 2013;43:469 / Moynihan RN et al. PLoS Med 2013;10:e1001500

[6] Fabbri A, Gregoraci G, Tedesco D et al. “Conflict of interest between professional medical societies and industry: a cross-sectional study of Italian medical societies’ websites” (Conflitto di interesse tra Società professionali di Medicina e Industria: uno studio incrociato dei Siti Web delle Società di Medicina italiane). BMJ Open 2016; 6: e011124

[7] Jureidini J., McHenry  B. The illusion of evidence based medicine. BMJ 2022;376:o702

[8] “Sunshine Act. Al via oggi l’esame in Aula alla Camera. Più trasparenza nei rapporti tra operatori sanitari e aziende. Sanzioni fino a 100 mila euro per chi dichiara il falso“. Articolo pubblicato sul portale di informazione sanitaria QuotidianoSanità il 01-04-2019 

[9]Sunshine act. Via libera definitivo in legislativa dalla Affari Sociali. Ora più trasparenza nei rapporti tra Aziende sanitarie e imprese“. Articolo pubblicato sul portale di informazione sanitaria QuotidianoSanità il 24 maggio 2022 (link)

 

Foto di Marek Studzinski da Pixabay

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