Il posizionamento tempestivo del tourniquet in caso di emorragia massiva può limitare la perdita ematica e salvare la vita al paziente. Ma che cos’è precisamente e come funziona? Vediamolo in questo articolo
Nel portale del nuovo Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG) dell’Istituto Superiore di Sanità sono pubblicate le linee guida validate cui debbono fare riferimento gli operatori sanitari nell’ambito delle loro attività. È stata recentemente pubblicata una linea guida aggiornata contenente indicazioni sull’uso del tourniquet in emergenza per il contenimento dell’emorragia massiva.[1] Il tourniquet è un dispositivo il cui scopo è quello di fermare un’emorragia grave che potrebbe mettere a rischio la vita del paziente ferito (foto in alto).
La traduzione italiana di tourniquet con “laccio emostatico” riportata in molte traduzioni italiane di libri stranieri è erronea perché fa pensare ai lacci in lattice o in gomma utilizzati per reperire l’accesso venoso in caso di prelievo ematico.
L’emorragia è tra le cause maggiori di morti potenzialmente prevenibili sia nel contesto militare sia civile.[2] Spesso il tourniquet è utilizzato in scenari di guerra mentre in ambito civile trova applicazione soprattutto in scenari di emergenza potenzialmente a rischio di vita quali incidenti automobilistici, ferite da arma da fuoco, incidenti sul lavoro con tagli profondi o schiacciamento di un arto. Uno studio ha dimostrato che l‘uso del laccio emostatico in fase pre-ospedaliera è associato a una migliore sopravvivenza in ospedale.[3]
Si stima che bastino 5 minuti per morire di emorragia mentre il primo soccorso sanitario, in media, arriva dopo tempi più lunghi. Per questo l’infermiere della centrale 118 dovrebbe, nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza, chiedere all’astante di comprimere direttamente sulla ferita per arrestare il flusso, o far posizionare un tourniquet se disponibile.[4]
L’esperienza comune indica che il controllo delle emorragie critiche degli arti sulla scena soltanto con l’utilizzo della compressione diretta è difficile e diventa più efficace con il posizionamento di un tourniquet a monte della ferita. Il posizionamento deve avvenire a circa 10 cm dalla fonte del sanguinamento, escludendo le articolazioni. Tale procedura consente di liberare l’operatore dall’azione emostatica e gli permette di occuparsi di altri feriti o altre tipologie di emergenza sulla scena determinando cosi anche un vantaggio di tipo logistico ed organizzativo.
Il tourniquet va rimosso appena disponibile emostasi chirurgica efficace, possibilmente entro 30-40 minuti, per prevenire eventi avversi legati alla sua permanenza in situ. Infatti, se applicato per un lungo periodo, il tourniquet può causare danni permanenti a muscoli, nervi e vasi sanguigni.[5] All’arrivo in ospedale è necessario avvisare il personale medico della presenza del tourniquet comunicando l’esatto orario della sua applicazione.
Il tourniquet è indicato solo per lesioni agli arti e non può essere utilizzato per lesioni alla testa, al collo o al busto. Per il controllo di emorragie esterne nei pazienti traumatizzati gravi a rischio di vita in cui non è possibile l’utilizzo del tourniquet si raccomanda la compressione diretta e si suggerisce eventualmente l’uso aggiuntivo di medicazioni emostatiche.
L’utilizzo del tourniquet è una procedura limite, una risorsa estrema che dovrebbe essere adottata in ambito pre-ospedaliero in caso di emorragia incontrollata e/o di prolungato tempo di trasporto all’ospedale. L’utilizzo del tourniquet è meno indicato nel caso di emorragie non critiche controllabili facilmente con pressione locale. Ciò può essere fatto applicando una pressione con la mano, con una fasciatura o una medicazione compressiva.[6] Anche il bracciale dello sfigmomanometro può essere utilizzato temporaneamente per diminuire il flusso sanguigno dell’arto mentre viene applicata una medicazione compressiva.[7]
Una delle barriere che disincentiva l’utilizzo del tourniquet anche in situazioni di emergenza è la mancata formazione degli operatori in questo campo.[8] In questo breve video un istruttore spiega come è fatto e come si usa.
In un altro articolo abbiamo visto le modalità di esecuzione della lavanda gastrica in emergenza (link).
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[1] “Linea Guida sulla Gestione Integrata del Trauma Maggiore dalla scena dell’evento alla cura definitiva”. LG-ISS-SNLG-3. Raccomandazioni n.8 e n.9. Settembre 2020 (link)
[2] Teixeira et al., 2007
[3] Hashmi ZG, Hu PJ, Jansen JO, Butler FK, Kerby JD, Holcomb JB. “Characteristics and Outcomes of Prehospital Tourniquet Use for Trauma in the United States“. Prehosp Emerg Care. 2023;27(1):31-37 (link)
[4] Marta Losi, Francesco Radi, Roberto Tardioli, Lorenzo Righi. “Le Istruzioni Pre-Arrivo: studio retrospettivo sul Dispatch all’interno di una Centrale Operativa di secondo livello“. Rivista L’Infermiere N° 5 – 2022 (link)
[5] Lee C, Porter KM, Hodgetts TJ. “Tourniquet use in the civilian prehospital setting”. Emergency Medicine Journal 2007;24:584-587
[6] Limmer D. O’Keefe M. “Pronto Soccorso e interventi d’emergenza”. McGraw Hill, 10^ ed., 2005. Pag. 528
[7] Ibidem. Pag. 532
[8] Wright et al., 2015