La telemedicina ha molti vantaggi e può migliorare la nostra vita, ma può presentare anche dei rischi. Vediamo quali sono in quest’articolo
La telemedicina è l’insieme di tecniche mediche ed informatiche che permettono la cura di un paziente a distanza. L’Italia ne ha riconosciuto da subito i vantaggi tanto che è il secondo Paese in Europa per utilizzo della telemedicina, alle spalle della Germania.[1] La telemedicina è impiegata con successo in molti campi, vediamo di seguito alcuni esempi pratici insieme ad una breve analisi dei vantaggi e svantaggi di questa nuova tecnologia.
Utilizzo della telemedicina per il monitoraggio domiciliare dei pazienti cronici
Secondo studi recenti in Italia, nei prossimi dieci anni, otto milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave.[2] Sarà inevitabile, di conseguenza, adottare modelli basati sull’assistenza a domicilio e sull’informatica per dare una risposta a questa crescente domanda di salute.[3] In questo contesto possono trovare applicazione modelli di telemedicina applicati all’assistenza come, per esempio, il telemonitoraggio.
Il telemonitoraggio è un servizio di monitoraggio a distanza dei parametri vitali del paziente direttamente al suo domicilio. Questa tecnologia si presenta particolarmente utile nel caso di individui affetti da malattie croniche come il diabete, l’insufficienza renale o l’insufficienza cardiaca cronica. Ma come funziona concretamente? Il paziente riceve al proprio domicilio dei dispositivi per il monitoraggio che utilizza egli stesso (o la persona che lo assiste) ogni mattina per rilevare i parametri vitali: il bracciale per il rilevamento della pressione arteriosa, il pulsossimetro per la misurazione dei valori di ossigeno del sangue, il glucometro per la misurazione della glicemia e gli elettrodi da posizionare sul petto per l’esecuzione dell’ECG. I dati cosi rilevati vengono trasmessi in automatico ad una piattaforma digitale che li analizza e classifica secondo alcune parametri che il medico ha in precedenza definito come soglie di allarme. Se anche un solo parametro supera la soglia di attenzione il paziente viene contattato dalla Centrale che gestisce il sistema per approfondire il caso e valutare l’eventuale intervento del medico o del 118. Il telemonitoraggio è quindi molto utile perché consente di intercettare precocemente il peggioramento delle condizioni di salute del paziente e di intervenire in modo tempestivo in caso di necessità. Alcuni ospedali adottano già tali sistemi per la gestione in sicurezza dei pazienti a domicilio nei primi giorni dopo la dimissione.[4]
Prove scientifiche dell’efficacia della telemedicina
Negli Stati Uniti le evidenze scientifiche alla base dell’efficacia della telemedicina sono numerose. Un programma di telemonitoraggio per l’insufficienza cardiaca, iniziato come progetto pilota nel 2007, ha determinato significative riduzioni di nuove ammissioni ospedaliere a 30 giorni.[5] Una sintesi delle evidenze provenienti da 15 revisioni sistematiche pubblicate tra il 2003 e il 2013 ha dimostrato come il telemonitoraggio dell’insufficienza cardiaca abbia ridotto la mortalità per tutte le cause del 15%-40% e dei ricoveri per insufficienza cardiaca del 14%-36%.[6]
È noto come l’utilizzo delle soluzioni digitali riduca in maniera significativa il rischio di errore medico nonché il rischio di effetti avversi dovuti all’interazione tra farmaci, soprattutto in pazienti affetti da multiple patologie e in polifarmacoterapia.[7]
Vantaggi della telemedicina dal punto di vista della spesa sanitaria
Uno dei vantaggi dei nuovi modelli organizzativi basati sulla telemedicina è rappresentato dal contenimento della spesa sanitaria. Tale risultato si ottiene, ad esempio, attraverso la riduzione di ospedalizzazione dei malati cronici, la riduzione delle liste di attesa, la riduzione delle visite ambulatoriali, la riduzione degli accessi in Pronto Soccorso, il minor ricorso ai ricoveri in case di cura e di riposo degli anziani. Uno studio, molto recente, del Politecnico di Milano, ha valutato come con l’introduzione della telemedicina in tutto il paese si risparmierebbero 15 miliardi di euro all’anno, una cifra considerevole che potrebbe essere utilizzata per altri interventi sanitari.
Rischi della telemedicina
Anche la normativa più recente sulla sicurezza delle cure (legge “Gelli”) ha riconosciuto un rischio insito nelle nuove tecnologie in ambito sanitario.[8]
La Telemedicina comporta la trasmissione di informazioni e dati di carattere medico necessarie per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti.[9] Ciò può comportare dei rischi. In linea teorica, ad esempio, la riservatezza dei dati personali del paziente può essere violata, intenzionalmente o accidentalmente, oppure per errore umano, sia durante l’incontro vero e proprio di telemedicina sia durante la trasmissione delle informazioni a distanza o in sede di archiviazione della cartella clinica. Per migliorare la sicurezza in questo campo sono state emanate specifiche raccomandazioni volte a rafforzare i sistemi di protezione dei dati e garantire la massima sicurezza per i pazienti, a livello sia di raccolta che di archiviazione e utilizzo dei dati.[10, 11, 12]
Tutela del paziente
La Telemedicina deve ottemperare a tutti i diritti e obblighi propri di qualsiasi atto sanitario, pertanto il paziente dovrà essere adeguatamente informato sulle caratteristiche del servizio, sui rischi collegati, sugli esiti attesi, su quelli probabili e su quelli possibili (consenso informato),[13] oltre che sui sui rischi per la riservatezza delle informazioni che lo riguardano.
In un altro articolo abbiamo parlato della telemedicina in ambulanza (qui).
Siamo anche su Facebook (qui). Puoi condividere il presente articolo attraverso i pulsanti che trovi in basso.
BIBLIOGRAFIA
[1] “La sanità è sempre più digitale: i millennials guidano il cambiamento”. Articolo pubblicato sul portale di informazione sanitaria “Dottnet” il 16-05-2019
[2] Italia Longeva “Proiezioni Istat al 2030 e 2050”. Disponibile al seguente link
[3] Ministero della Salute. “La telemedicina: linee di indirizzo nazionali”
[4] Policlinico dei Castelli (Roma)
[5] Agboola S., Jethwani K., Khateeb K., Moore S., Kvedar J. “Heart failure remote monitoring: evidence from the retrospective evaluation of a real-world remote monitoring program”. J Med Internet Res. 2015;17:e101
[6] Kitsiou S., Paré G., Jaana M. “Effects of home telemonitoring interventions on patients with chronic heart failure: an overview of systematic reviews”. J Med Internet Res. 2015;17:e63
[7] Agenas. “Telemedicina e intelligenza artificiale”. Rivista Monitor, Anno II numero 46, 2021. Pag. 24
[8] Legge n. 24/2017. “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”. Artt. 1-7- 10
[9] Ministero della Salute. “La telemedicina: linee di indirizzo nazionali”. Pag. 10
[10] Comitato economico e sociale europeo (CESE)
[11] Commissione Europea “Comunicazione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla telemedicina a beneficio dei pazienti, dei sistemi sanitari e della società”. Pag. 8
[12] Ministero della Salute. “La telemedicina: linee di indirizzo nazionali”. Pag. 39
[13] Legge 22 dicembre 2017, n. 219 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”