La pandemia da Covid-19 ha spinto il sistema sanitario allo sviluppo di nuovi servizi come la telemedicina, per la cura e l’assistenza a distanza dei pazienti. Vediamo in questo articolo come funziona e quando si può utilizzare
Nell’ottica di limitare il contagio, nella prima fase di gestione dell’emergenza sanitaria sono state sospese le visite specialistiche, di controllo e gli interventi programmati; questa riduzione delle attività ordinarie ha comportato una diminuzione dell’assistenza rivolta alle persone con patologie croniche o malattie oncologiche, aumentandone la condizione di fragilità.
Per ovviare a questa situazione sono stati creati nuovi servizi, come la telemedicina, finalizzati a garantire la massima continuità assistenziale sul territorio con il minimo rischio di diffusione del virus ad utenti, operatori e famiglie. La telemedicina consente infatti l’erogazione dei servizi a distanza attraverso l’uso di dispositivi digitali, internet, software e reti di telecomunicazione. In questo modo è possibile assistere i pazienti senza che l’assistito debba recarsi presso le strutture sanitarie, rendendo accessibili le cure attraverso uno scambio sicuro di dati, immagini, documenti e videochiamate tra i professionisti sanitari e i pazienti, garantendo in alcune situazioni clinico-assistenziali lo svolgimento delle prestazioni professionali equivalenti alle visite in presenza.
In molti paesi Europei la telemedicina è diffusa già da tempo: in Svezia è diffusa in oltre il 75% degli ospedali, ma se ne fa largo uso anche in Norvegia, Spagna, Gran Bretagna e Francia.
I vantaggi della telemedicina sono noti già da tempo: riduzione del tasso di ospedalizzazione dei malati cronici, riduzione delle liste di attesa, riduzione delle visite ambulatoriali, riduzione degli accessi in Pronto Soccorso, riduzione dei ricoveri in case di cura e case di riposo degli anziani, riduzione della spesa sanitaria. La telemedicina inoltre consente l’accesso alle visite anche a pazienti che, per diverse ragioni, hanno difficoltà a recarsi fisicamente in ospedale o nello studio del medico, o alle persone che devono percorrere grandi distanze per poter raggiungere l’ospedale più vicino (aree montane, isole, ecc.).
Una prestazione in telemedicina è un atto medico a tutti gli effetti che ha validità legale, con tutte le responsabilità dal punto di vista professionale. È pertanto indispensabile che i professionisti sanitari siano adeguatamente formati e preparati all’utilizzo di questo nuovo strumento, consapevoli dei rischi che si possono correre.
Questi i nuovi servizi
Le nuove prestazioni sanitarie basate sulla telemedicina sono entrate a far parte, ufficialmente, dei servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale.[1] I nuovi servizi possono avvenire tra medico e paziente (es. televisita) oppure tra più medici tra loro (es. teleconsulto) oppure tra medici e altri operatori sanitari (es. teleconsulenza). Vediamoli più nel dettaglio.
Televisita: è la classica visita, solo che il professionista interagisce a distanza con il paziente, per mezzo di un videocollegamento. Il collegamento avviene in tempo reale e consente al medico di vedere il paziente e interagire con esso, eventualmente avvalendosi, qualora necessario, del supporto di un caregiver (es. parente, badante) o di un altro operatore sanitario presente sul posto al momento del collegamento. La televisita non potrà essere utilizzata per la prima visita, ma solo per le successive visite di controllo (es. follow up di patologia già nota, cambiamento della terapia in corso, verifica da parte del medico di un esame effettuato dal paziente come per es. radiografie, analisi, ecc.). Nella televisita c’è la possibilità di scambio tempo reale di dati/documenti clinici. Al termine il medico potrà rilasciare il referto.
Teleconsulto: in questo caso il professionista interagisce a distanza con uno o più medici per discutere, anche tramite videochiamata, la situazione clinica del paziente. Quindi nel teleconsulto c’è sempre un medico richiedente che pone un quesito ad un medico rispondente. Può essere utilizzata da un professionista come “seconda opinione” specialistica riguardo alla situazione clinica di un paziente. In genere il teleconsulto non vede la partecipazione del paziente, quando ciò accade allora esso si svolge in maniera analoga alla televisita, assumendo i caratteri di una visita multispecialistica. Il teleconsulto non dà luogo ad un referto a sé stante.
Teleassistenza: La teleassistenza ha un contenuto prevalentemente socio-sanitario.[2] La teleassistenza è un atto di pertinenza della relativa professione sanitaria (infermiere/fisioterapista/logopedista, ecc.) e si basa sull’interazione a distanza tra il professionista e il paziente/caregiver per mezzo di una videochiamata. E’ qualcosa di nuovo che mette in risalto e da maggior dignità al grande lavoro che le professioni sanitarie fanno nel campo dell’assistenza e della cura di molte patologie.
Teleconsulenza: è un‘attività sanitaria, non necessariamente medica ma comunque specifica delle professioni sanitarie, che si svolge a distanza ed è eseguita da due o più persone che hanno differenti responsabilità rispetto al caso specifico. Essa consiste nella richiesta di supporto durante lo svolgimento di attività sanitarie, a cui segue una videochiamata in cui il professionista sanitario interpellato fornisce all’altro, o agli altri, indicazioni per la presa di decisione e/o per la corretta esecuzione di azioni assistenziali rivolte al paziente.
Telemonitoraggio: è un servizio di monitoraggio a distanza dei parametri vitali del paziente direttamente al suo domicilio. Questa tecnologia si presenta particolarmente utile nel caso di pazienti affetti da malattie croniche come il diabete, l’insufficienza renale o pazienti cardiopatici cronici. Ma come funziona concretamente? Il paziente riceve al proprio domicilio dei dispositivi per il monitoraggio che saranno da esso stesso utilizzati (o dalla persona che lo assiste) ogni mattina per rilevare i parametri vitali, per es. il bracciale per il rilevamento della pressione arteriosa, il pulsossimetro per la misurazione dei valori di ossigeno del sangue, il glucometro per la misurazione della glicemia e gli elettrodi da posizionare sul petto per l’esecuzione dell’ECG. Nel telemonitoraggio gli attori coinvolti possono essere diversi: il Medico di famiglia, uno o più specialisti, gli infermieri, la centrale di monitoraggio o l’ospedale dopo la dimissione. Se anche un solo parametro supera la soglia di attenzione il paziente viene contattato da chi gestisce il sistema per approfondire il caso. In questo modo il personale sanitario avrà quotidianamente sotto controllo la situazione del paziente riducendo il rischio di insorgenza di acuzie o complicazioni, con la possibilità di intervenire con rapidità, in caso di bisogno, allertando il sistema di emergenza 118.[3] Da uno studio è emerso che i pazienti con scompenso cardiaco sottoposti a telemonitoraggio avevano un rischio di mortalità inferiore rispetto ai pazienti sottoposti a cure abituali, con un rischio di mortalità ridotto fino al 35%.[4]
Questi sono i principali servizi di telemedicina ma ce ne sono anche molti altri (telerefertazione, ecc).
È sempre possibile utilizzare la telemedicina?
La telemedicina è praticabile solo nel caso in cui la condizione del paziente e/o la valutazione del medico non renda necessario un esame fisico del paziente. Analogamente, qualora questa necessità emerga nel corso di una televisita, questa deve essere interrotta per pianificare una visita in presenza. Inoltre, dal momento che non esistono ancora esperienze significative pregresse le linee di indirizzo sconsigliano, a titolo precauzionale, l‘erogazione di prestazioni di telemedicina nel caso di pazienti che presentino particolari condizioni come patologie acute o riacutizzazioni di patologie croniche in atto, patologie croniche e fragilità o con disabilità che rendano imprudente la permanenza a domicilio.[5]
È obbligatorio accettare una visita in telemedicina?
Una prestazione medica in telemedicina può essere prescritta sia da un medico specialista che dal medico di famiglia indicando, nella ricetta, la modalità di erogazione in telemedicina. Al momento però il paziente può richiedere, ma non può pretendere che una prestazione sanitaria venga effettuata in telemedicina, perché questa modalità di assistenza sanitaria non rientra ancora nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Allo stesso tempo, per lo stesso motivo, non può essere obbligato ad accettare la prestazione svolta con questa modalità.
I pazienti sono preparati alle nuove tecnologie?
Purtroppo c’è ancora difficoltà e scarso coinvolgimento dei pazienti nella telemedicina, con poca informazione dedicata a loro e difficoltà nell’uso dei sistemi e dei dispositivi.[6] Da questo punto di vista i professionisti sanitari sono tenuti, secondo le linee guida pubblicate a novembre 2022, non solo a valutare l’opportunità clinica della visita ma anche la capacità del paziente o delle persone che lo assistono di saper utilizzate gli strumenti necessari.[7]
Cosa fare?
È necessario creare una “cultura del digitale” attraverso percorsi formativi e di aggiornamento professionale, sia per gli operatori sanitari che i cittadini/pazienti, al fine di utilizzare le tecnologie e gli strumenti che la sanità connessa mette a loro disposizione. Stesso discorso vale per la figura del caregiver (es. parente, badante) la quale anch’essa può trovarsi in difficoltà da questo punto di vista.
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BIBLIOGRAFIA
[1] Ministero della salute. “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”. Dicembre 2020 (link)
[2] Ministero della salute. “Telemedicina. Linee di indirizzo nazionali”. Novembre 2022. Pag. 12 (link)
[3] AGENAS. “Piano nazionale di ripresa e resilienza, missione salute”. Rivista semestrale “Monitor”, anno II numero 45, 2021. Pag. 12 e 34
[4] Cascini F, Pantovic A, Al-Ajlouni Y, Failla G, Melnyk A, Ricciardi W. “Identification of Adverse Health Outcomes and Mortality Rates Associated with Telehealth Tools: A Systematic Review and Meta-Analysis“. SSRN Electronic Journal, 2021
[5] Ministero della salute. “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”. Dicembre 2020
[6] Patient Access Network. POSITION PAPERS I EDIZIONE ANNO 2022/23
[7] Stefanelli S. “La responsabilità medico-sanitaria in telemedicina“. Webinar Trendsanità, 22 marzo 2023 (link)