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Il passaggio di “consegne” come fattore di rischio sanitario

Una delle attività più a rischiose in reparto, dal punto di vista della sicurezza delle cure è rappresentato dal passaggio di informazioni ai colleghi al cambio turno, le cosiddette “consegne”. Vediamo perchè

 

È dimostrato che la comunicazione è uno dei fattori che più incide nell’accadimento degli eventi avversi in sanità.[1] L’importanza della comunicazione è ribadita dal codice deontologico dei medici e degli infermieri dove si afferma che il tempo della comunicazione è considerato quale tempo di cura.[2, 3]

Una delle attività più a rischio, da questo punto di vista, è rappresentato dal passaggio di informazioni ai colleghi per permettere la continuità assistenziale del paziente, le cosiddette “consegne”. In sede di “passaggio delle consegne” tutti i sanitari che prendono in cura il paziente assumono nei suoi confronti una posizione di garanzia e l’attività di ogni sanitario deve coordinarsi con quella del collega che subentra a quello uscente.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità[4] ha enfatizzato l’importanza di tale passaggio, in relazione agli ambiti in cui avviene: cambio di turno dei medici e degli infermieri, trasferimento da un’unità operativa o struttura a un’altra, passaggio dal Pronto Soccorso al reparto, dimissione verso il domicilio o altra struttura residenziale.

Quando i sanitari non comunicano tra loro la probabilità che qualche cosa non vada per il verso giusto aumenta considerevolmente.[5] Uno studio che ha coinvolto numerosi ospedali e migliaia di operatori sanitari ha concluso che “importanti informazioni sulla cura del paziente vengono perse durante il cambio turno”.[6] Un altro studio[7] ha stimato che l’80% degli errori clinici gravi sono causati da una cattiva comunicazione al momento della consegna. Altri studi[8] hanno rilevano una scarsa comunicazione tra medici e infermieri, al momento delle consegne. Al contrario, se il passaggio di consegne tra medici e tra infermieri è fatto al meglio, applicando uno schema di comunicazione condiviso, gli errori calano fino al 30%.[9]

Un passaggio di consegne sicuro ed efficace avviene attraverso l’impiego di uno schema comunicativo condiviso (es. SBAR, IPASS) tra gli operatori. A tal fine sarebbe opportuna la definizione di una procedura per la gestione del passaggio di informazioni fra equipe clinico-assistenziali al momento del trasferimento dei pazienti che definisca ruoli, strumenti e tempi dedicati al passaggio di consegne.

Allo stesso tempo bisogna evitare i passaggi inutili di informazioni tra un professionista ed un altro. Secondo uno studio, infatti, i difetti di comunicazione aumentano quanto più le informazioni “passano” da un professionista ad un altro.[10]  Sappiamo infatti tutti per esperienza che un’informazione si modifica quanto più aumentano i passaggi da persona a persona.

Le conseguenze pratiche di una cattiva comunicazione tra operatori possono andare dalla somministrazione erronea della terapia, a ritardi, errori od omissioni nei trattamenti.

Un’adeguata compilazione della consegna è interesse anche dei professionisti sanitari, oltre che del paziente. Infatti nei procedimenti giudiziari per responsabilità professionale la mancata o inadeguata compilazione della documentazione sanitaria (cartella clinica, cartella infermieristica), può determinare una “presunzione di colpa” a carico del sanitario.[11, 12] Spesso le cause per richiesta di risarcimento danni vengono perse non tanto per la commissione di un errore ma per l’incapacità di provare il “corretto adempimento”,[13]  cosa ancora più difficile in assenza di una completa documentazione sanitaria. E’ pertanto buona norma che il professionista sanitario, al termine del turno di lavoro, anche a propria tutela, riporti sulla consegna in modo dettagliato quanto comunicato verbalmente ai colleghi, a testimonianza dell’attività svolta.

 

In un altro articolo abbiamo visto l’importanza della comunicazione in ambito sanitario per la prevenzione degli eventi avversi (link).

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BIBLIOGRAFIA

[1] Ministero della Salute. “Monitoraggio degli eventi sentinella. 5° Rapporto (settembre 2005-dicembre 2012)”. 2015. Pag. 13

[2] FNOMCeO. “Codice di Deontologia Medica“. 2014. Art.20

[3] FNOPI – “Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche“. 2019. Capo I, art. 4

[4] WHO. “Communication during patient handovers”, 2007

[5] Mareon G. “Lavorale in team: dalla teoria alla pratica“. Rischio Sanità: 2005. 18: 32-37

[6] Mardis M, Davis J. “Shift-to-shift handoff effects on patient safety and outcomes: a systematic review”. Am J Med Qual 2015

[7] Joint Commission. “National patient safety goals handbook”. 2008

[8] Riesenberg e colleghi, 2010

[9] Bellandi T. “Errori in sanità. Donaldson (Oms):Ogni anno 43 mln pazienti subiscono danni da cure sbagliate in ospedale. Riduzioni fino al 50% se migliora la comunicazione tra gli operatori”. Articolo pubblicato sul sito QuotidianoSanità il 20 giugno 2015

[10] Mareon G. “Lavorare in team; I rischi da cattivo coordinamento“. Rischio Sanità; 2005, 17: 7-13

[11] Civ., sez. III, sentenza n. 22639/2016

[12] Tribunale di Palermo, sentenza n. 63612/2017

[13] Cast Education “La Responsabilità in ambito sanitario: orientarsi nella complessità“. Evento FAD e-learning, 18 Ottobre 2021 – 30 Settembre 2022

 

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