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Defibrillatori in ambito extraospedaliero, chiunque potrà utilizzarli

Con la nuova legge i defibrillatori in ambito extraospedaliero potranno essere utilizzati anche dai comuni cittadini, un passo fondamentale per rendere più sicuro ed efficace il primo soccorso in strada e nei luoghi pubblici

 

I pazienti cardiopatici, ma non solo, possono andare incontro ad aritmie cardiache incompatibili con la vita come la tachicardia ventricolare senza polso e la fibrillazione ventricolare. Queste aritmie sono letali perché determinano l’incapacità del cuore di contrarsi e pompare il sangue come fa normalmente. Il defibrillatore semiautomatico (DAE) è un apparecchio capace di riconoscere queste aritmie e di erogare, in caso di necessità, uno shock elettrico in grado di ripristinare il normale ritmo cardiaco.

in condizioni di arresto cardiaco il tempo è importantissimo per cui è necessario intervenire con immediatezza per ripristinare le funzioni vitali ed evitare danni irreversibili cerebrali dovuti alla carenza di ossigeno al cervello, che intervengono già dopo pochi minuti. Da qui la necessità di avere un defibrillatore prontamente disponibile e la possibilità di utilizzarlo da parte di chi si trova sul posto.

Finora la legge consentiva l’uso del DAE in sede extraospedaliera al solo personale sanitario oppure al personale non sanitario (cosiddetto “laico”) a condizione che avesse ricevuto una formazione di base alla rianimazione cardiopolmonare (corso BLS-D, Basic Life Support and Defibrillation). Ciò comportava che solo nel 58% dei casi si interveniva con le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e solo nel 28% dei casi con il defibrillatore.[1]

È stata approvata una nuova legge[2] che consente l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico, in assenza di personale sanitario o non sanitario formato, nei casi di sospetto arresto cardiaco, anche a chi non abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare di base.

La nuova legge fornisce una specie di «immunità» da conseguenze legali di tipo penale a chi si trovasse a soccorrere occasionalmente e senza preparazione specifica una vittima di arresto cardiaco, facendo ricorso all’articolo 54 del codice penale, che protegge chi ha commesso un fatto essendovi stato costretto dalla necessità di salvare altri da un pericolo attuale di un danno grave. Una norma simile esisteva già da tempo nei paesi di cultura anglosassone (legge del “Buon Samaritano”).

Non vi sono comunque pericoli nell’uso del DAE da parte di persone inesperte; la letteratura scientifica non descrive un solo caso in cui vengano riportati danni o lesioni significativi per i soccorritori o gli astanti dovuti all’uso del DAE.[3, 4]

La defibrillazione entro 3-5 minuti dal collasso può produrre un tasso di sopravvivenza che raggiunge il 50-70%. Questo si ottiene solo con la diffusione capillare  di tali dispositivi sul territorio.[5]

La norma prevede anche l’obbligo della presenza dei defibrillatori semiautomatici in tutte le strutture e i luoghi ad alta frequentazione di persone (es. stazioni ferroviarie, pubbliche amministrazioni, aeroporti, navi, scuole, centri commerciali, condomìni, alberghi, stadi, impianti sportivi, centri industriali e produttivi, ecc.).

Prevista inoltre l’informazione e la formazione, fin dalla scuola primaria, di tutti i cittadini alle tecniche di rianimazione cardiopolmonare di base e all’uso del DAE, per far in modo che chiunque sia preparato ad affrontare una situazione di emergenza cosi pericolosa come l’arresto cardiaco.

Le centrali operative 118 saranno tenute a fornire al cittadino, durante le chiamate di emergenza, le istruzioni da seguire in attesa dell’arrivo dei mezzi di soccorso, sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare di base e sull’uso del DAE. Le centrali dovranno inoltre dotarsi di un sistema di geolocalizzazione, da condividere con i cittadini attraverso una apposita “App” per cellulare, per consentire a chi chiama i soccorsi di localizzare il DAE più vicino al luogo ove si sta verificando l’emergenza.[6]

 

 

In un altro articolo abbiamo parlato dei rischi nell’uso delle apparecchiature elettromedicali (link).

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BIBLIOGRAFIA

[1]Ddl defibrillatori, c’è il via libera della Igiene e Sanità. Dieci milioni per potenziare il primo soccorso e formazione nelle scuole”. Articolo pubblicato sul sito Sole24ore sanità il 27-05-2021 (link)

[2] Disegno di legge n. 1441 “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero” (link)

[3] Andrea Scapigliati, past president e membro del consiglio direttivo di IRC, Italian Resuscitation Council. Commento in calce all’articolo del sito Quotidianosanità del 20-05-2019 dal titolo “I defibrillatori nei luoghi pubblici e l’esigenza di un unico testo normativo” (link)

[4] Olasveengen T.M., Semeraro F., Ristagno G. et al., “European Resuscitation Council Guidelines 2021: Basic Life Support, Resuscitation (2021)”. Versione originale tradotta con integrazioni a cura di Italian Resuscitation Council). Cap. 4 “Supporto vitale di base”, pag. 23 (link)

[5] Berdowski J, Blom MT, Bardai A, Tan HL, Tijssen JG, Koster RW. “Impact of onsite or dispatched automated external defibrillator use on survival after out-of-hospital cardiac arrest“. Circulation 2011;124:2225-32

[6] Decreto 18 maggio 2023 “Adozione del protocollo recante «Istruzioni da seguire, in attesa dell’arrivo dei mezzi di soccorso, per le manovre di rianimazione cardiopolmonare di base e per l’uso del defibrillatore semiautomatico e automatico esterno (DAE) nonche’, ove possibile, le indicazioni utili a localizzare il DAE piu’ vicino al luogo ove si sia verificata l’emergenza» (GU Serie Generale n.136 del 13-06-2023) link

 

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