Vediamo in che modo lo sviluppo delle nuove tecnologie può apportare benefici al sistema dell’emergenza territoriale 118, con l’aiuto di alcuni esempi pratici
Tecnologie di ultima generazione sono già da tempo utilizzate negli ospedali ma non da meno sono le prospettive che si aprono nel campo dell’emergenza urgenza extra-ospedaliera. L’evoluzione dei sistemi di soccorso sanitario territoriale ha compiuto enormi passi in avanti, soprattutto sulla scorta di importanti innovazioni tecnologiche, come la telemedicina e l’impiego di apparati satellitari per la localizzazione dei mezzi e dei luoghi di intervento, con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza e celerità nello svolgimento degli interventi.
L’impiego delle nuove tecnologie in questo campo promette vantaggi significativi nell’assistenza e nella cure ai pazienti, con miglioramento degli esiti di salute. Vediamo di seguito alcuni esempi pratici.
Indicazioni al chiamante circa la localizzazione del defibrillatore più vicino
L’ultima legge, sull’esempio di quella già in vigore nei paesi anglosassoni, che autorizza qualunque cittadino all’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico esterno sul territorio (DAE), dispone che le Centrali operative 118 forniscano al chiamante, nell’attesa del mezzo di soccorso, indicazioni utili a localizzare il DAE più vicino al luogo dell’evento.[1] Infatti procurarsi un DAE durante un’emergenza può essere difficile perché il soccorritore dovrebbe sapere dove questo sia collocato. A tal fine le Centrali 118 si stanno dotando di un apposito sistema di geolocalizzazione, collegato al sistema di telefonia mobile attraverso una apposita “App” per cellulare, in modo da consentire a chi chiama i soccorsi di localizzare il DAE più vicino al luogo dell’evento. La Centrale invierà un contestuale messaggio di allerta ai soccorritori volontari ubicati nelle vicinanze dell’evento, individuati dal sistema tra quelli iscritti negli archivi informatici della Centrale Operativa stessa. Un sistema basato su questa tecnologia è già operativo in Canton Ticino, nella Svizzera italiana.
Istruzioni pre-arrivo della Centrale all’utenza tramite video-chiamata
A seguito dell’evoluzione tecnologica degli ultimi anni, le applicazioni per gli smartphone sono sempre più utilizzate dalla centrale operativa 118 per interfacciarsi con l’utente che chiama i soccorsi già sul posto fornendo per via telefonica una prima assistenza attraverso indicazioni ed informazioni pratiche, mirate a risolvere determinate situazioni cliniche, come per esempio l’arresto cardiaco improvviso, il soffocamento o un’emorragia grave. Ha fatto molto parlare di sè un episodio accaduto qualche tempo fa dove due genitori hanno potuto salvare la vita del figlioletto di pochi anni, che aveva smesso di respirare a causa di un boccone finito “di traverso” nelle vie aeree. Accortisi del pericolo i genitori hanno subito chiamato il 118, gli operatori della Centrale hanno inviato un sms con un link che, una volta cliccato, ha permesso alla telecamera del loro telefono di attivarsi e riprendere quanto accadeva sulla scena, permettendo cosi gli operatori di guidarli sulle manovre da compiere per risolvere l’emergenza. Uno stesso sistema è già in uso agli operatori per valutare la gravità di un incidente stradale e capire numero e tipologia di mezzi da inviare sul posto.
“App” per cellulare per chiamare i soccorsi
Esistono applicazioni per cellulare (più comunemente chiamate “App”) ideate per accelerare e agevolare le chiamate di soccorso. Alcune App permettono la localizzazione precisa del chiamante anche nei casi in cui questi non sa o non è in grado di dire dove si trova in quanto invia, contestualmente alla chiamata al Servizio 118, un segnale GPS che consente di localizzare con precisione il luogo da cui è partita la chiamata.[2]
Tablet a bordo dei mezzi
Punto fermo nel trattamento di ogni intervento in emergenza è rappresentato dalla tempestività del soccorso. I tablet a bordo delle ambulanze permettono di trasferire in tempo reale le coordinate della missione direttamente dalla Centrale Operativa 118 al mezzo di soccorso, per una attivazione della missione più celere, abbandonando il cartaceo in favore della scheda digitale. Allo stesso tempo i tablet si possono usare per trasferire le informazioni riguardanti il paziente direttamente al Pronto Soccorso di destinazione, per una presa in carico del paziente più rapida ed efficace.
Tecnologie “indossabili”
Esistono già progetti pilota per agevolare la gestione, da parte dei sanitari, dei pazienti critici direttamente sul luogo dell’intervento utilizzando piccole telecamere montate sul caschetto dei soccorritori o occhiali cosiddetti a “realtà aumentata”,[3] Con questa tecnologia il medico di Centrale Operativa può visualizzare, in tempo reale, la scena ed istruire i soccorritori sulle manovre da effettuare sul paziente cosi come decidere sulla convenienza o meno del trasporto dello stesso in ospedale o anche quale sia eventualmente l’ospedale più idoneo.[4] Un infermiere “collegato” tramite occhiali potrebbe essere guidato a distanza dal medico durante un parto frettoloso. Allo stesso modo il medico potrebbe chiedere al personale sul posto l’esecuzione di un elettrocardiogramma, di cui potrà interpretare istantaneamente il tracciato. Una tecnologia simile è stata già sperimentata in Francia da infermieri che visitavano i pazienti a domicilio o nelle case di riposo, inviando le immagini al medico per la valutazione del loro stato di salute.[5] In Toscana è stata già effettuata una sperimentazione da parte dei volontari del 118 che ha dato buoni risultati.[6] In questo modo si ridurrebbe anche il numero di pazienti trasportati in ospedale alleviando la pressione sui Pronto Soccorso, contribuendo tra l’altro a ridurre la spesa sanitaria per il SSN. Ciò assume ancor più importanza se si considera che un alto numero di pazienti viene trasportato in ospedale senza che ve ne sia una reale necessità. Le immagini potrebbero essere registrate per valutare le performance degli operatori e correggere eventuali errori, in un’ottica di sicurezza delle cure e prevenzione degli eventi avversi.
Droni defibrillatore
I “droni defibrillatore” (o “droni DAE”) sono aeromobili telecomandati a distanza ai quali è connesso un defibrillatore. Questi apparecchi sono capaci di raggiungere il paziente in pochi minuti, evitando ingorghi stradali o altri ostacoli terrestri, abbattendo cosi i tempi di intervento. I droni defibrillatore consentirebbero di risparmiare tempo prezioso in caso di arresto cardiaco, soprattutto in caso di luoghi impervi, difficili da raggiungere via terra come comunità montane, isole, ecc. (video). Uno studio condotto a Toronto (Canada) ha stimato che il tempo di arrivo del DAE sul posto potrebbe essere ridotto di quasi 7 minuti in un’area urbana e di oltre 10 minuti in una regione rurale.[7] L’idea dei droni per il trasporto non è nuovo, ad esempio sono già utilizzati per il trasporto di sangue ed organi agli ospedali di destinazione.[8] In Italia sono attivi alcuni progetti sull’impiego di questi strumenti anche se di difficile attuazione nel breve periodo; i fattori limitanti sono rappresentati dai tempi tecnici necessari ad ottenere il rilascio dei permessi da parte delle autorità di controllo del traffico aereo (ENAC), dai tempi necessari al reperimento di finanziamenti, tecnologia e personale specializzato, ecc.
Nuovi sistemi di comunicazione radio
La tecnologia “PoC – PTT over cellular” consente essenzialmente a una radio ricetrasmittente di utilizzare la rete dati del telefono cellulare anziché le onde radio. Il risultato è che l’operatore può spingere un pulsante e parlare istantaneamente con un collega anche a centinaia di chilometri di distanza, unendo l’immediatezza della radio alla capillarità della rete telefonica cellulare.
“Body cam” per il personale contro le aggressioni
La proposta di dotare di telecamere indossabili (body-cam) anche gli operatori dell’emergenza sanitaria 118 prende l’avvio dall’aumentato numero di aggressioni che si è verificato negli ultimi anni. Si tratta di piccole telecamere poste sulla divisa degli operatori che hanno lo scopo di riprendere e documentare quanto accade davanti a loro, principalmente al fine di scoraggiare eventuali comportamenti aggressivi o minacciosi da parte dei presenti o dei pazienti (ne abbiamo parlato in questo articolo).
Allertamento automatico del sistema d’emergenza
In Europa, secondo i dati più recenti ogni anno oltre 20 milioni di persone con più di 65 anni incorrono in una caduta, principale causa di morte per trauma in questa fascia d’età. Sono già disponibili soluzioni per smartphone che permettono, grazie alla presenza al loro interno di sensori quali accelerometri, giroscopi ed oscilloscopi, di monitorare la postura di una persona semplicemente facendogli portare l’apparecchio in tasca, permettendo così di allertare automaticamente il sistema di emergenza in caso di caduta.
Altro esempio è il servizio “e-Call”. L’e-call è un sistema attraverso il quale una chiamata d’emergenza è generata sia volontariamente dagli occupanti di un veicolo, sia automaticamente, in caso di urto, attraverso l’attivazione dei sensori montati sul veicolo (tipo quelli degli airbag). Quando attivato, il sistema di chiamata d’emergenza del veicolo stabilisce una connessione voce direttamente con il NUE 112 competente per territorio.[9]
Rilevatori di monossido di carbonio
Sono disponibili in commercio appositi rilevatori portatili per la rilevazione del monossido di carbonio ed altri gas nocivi. Tali dispositivi di protezione sono particolarmente utili agli equipaggi del servizio emergenza, soprattutto in caso di intervento in civili abitazioni o luoghi di lavoro a rischio come impianti industriali, ecc. per evitare, come accaduto, eventuali intossicazioni.
In un altro articolo abbiamo parlato di telemedicina in ambulanza e aspetti legali correlati (qui).
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BIBLIOGRAFIA
[1] Disegno di legge n. 1441 “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero” (link)
[2] https://where.areu.lombardia.it/
[3] Croce Rossa Italiana. “A Milano la prima ambulanza connessa in 5G”. Sito web CRI, 2018 (link)
[4] Pecoraro G. “Ospedali da sogno: la tele cardiologia combatte sprechi ed errori“. Trasmissione TV Mediaset, 2019 (video)
[5] Cléro O. “À Malestroit, on teste les Google glass en clinique”. Sito web Ouest France, 2014
[6] Montanari L. “118, il caschetto con la telecamera per la diagnosi a distanza”. Sito web La repubblica, 2020 (link)
[7] Olasveengen T.M., Semeraro F., Ristagno G. et al., European Resuscitation Council Guidelines 2021: Basic Life Support, Resuscitation (2021) Versione originale tradotta con integrazioni a cura di Italian Resuscitation Council). Cap. 4 “Supporto vitale di base”, pag. 28
[8] Zraick . “Like ‘Uber for Organs’: Drone Delivers Kidney to Maryland Woman“. Sito web New York Times, 2019
[9] Agenas. “Le Centrali Operative. Standard di servizio, modelli organizzativi, tipologie di attività ed esperienze regionali“. I Quaderni, supplemento alla rivista semestrale Monitor, 2022. Pag. 38