Il professionista sanitario è obbligato al rispetto delle linee guida nell’ambito della sua attività? Cosa prevede in proposito la normativa?
Come sappiamo le linee guida consistono in raccomandazioni di comportamento clinico, redatte sulla base delle migliori evidenze scientifiche, rivolte ai sanitari, allo scopo di suggerire loro le modalità di intervento più appropriate in specifiche circostanze cliniche.[1]
Vediamo in questo articolo qual è il percorso che un sanitario (medico, infermiere, ecc.) deve seguire di fronte a una richiesta di risarcimento dei danni da parte del paziente
Tutto quanto segue riguarda qualunque esercente la professione sanitaria, non solo il medico quindi, ma anche infermieri, ostetriche, ecc.
Come si apprende di aver ricevuto una richiesta di risarcimento danni?
Una lettera è il primo atto con il quale un sanitario prende atto di una richiesta risarcitoria nei suoi confronti. È una lettera scritta da un legale (lettera di “messa in mora”) con la quale il paziente chiede di essere risarcito per i danni che ritiene di aver subito in conseguenza di una condotta errata del medico. Siccome vi è una responsabilità in solido tra la struttura e i medici coinvolti la lettera viene inviata, oltre che alla struttura, anche ai singoli medici o equipe sanitarie coinvolte nell’evento. C’è un solo caso in cui la lettera di messa in mora viene inviata solo ai sanitari cioè quando questi operano come liberi professionisti (es. dentista, chirurgo plastico, ecc.). Continua a leggere Operatori sanitari, cosa fare in caso di richiesta risarcimento danni?
La pandemia da Covid-19 ha spinto all’adozione di servizi innovativi come la telemedicina. Ma quali rischi, dal punto di vista della responsabilità professionale, per gli operatori sanitari? Qual è il quadro normativo?
L’emergenza ha dato un impulso rilevante alla telemedicina che è forse l’unica eredità positiva lasciata dalla pandemia. La telemedicina ha consentito ai pazienti di non sentirsi abbandonati e di continuare a ricevere assistenza anche durante la fase terribile della “prima ondata” dei contagi. Sono state molte, infatti, le prestazioni effettuate in regime di telemedicina durante il lockdown, sotto forma di televisita, teleconsulenza o teleconsulto soprattutto nei confronti dei pazienti più fragili come malati cronici o disabili. Continua a leggere Telemedicina e responsabilità professionale degli operatori sanitari
Il Consulente Tecnico di Parte è una figura professionale che va assumendo sempre maggiore importanza nei processi per responsabilità sanitaria. Ma in quale occasione è necessario e in cosa consiste la sua attività?
Nell’ambito dei giudizi per responsabilità sanitaria il Consulente Tecnico di Parte (CTP) è un esperto nella materia oggetto del contendere che viene nominato dal paziente danneggiato o dall’operatore sanitario chiamato in causa. Il ruolo del consulente di parte, quindi, è quello di coadiuvare la parte e il suo difensore nella comprensione e valutazione degli aspetti tecnici della causa. Continua a leggere Il Consulente Tecnico di Parte nei giudizi per responsabilità sanitaria
Con la legge Gelli-Bianco le linee guida sono diventate un riferimento obbligatorio per i magistrati nei giudizi per responsabilità sanitaria di medici, infermieri e altri operatori sanitari
A partire dagli anni ‘80 del novecento, con lo scopo di aiutare i professionisti ad assumere decisioni cliniche sempre più supportate da evidenze scientifiche, in molti paesi cominciano ad essere emesse le cosiddette «linee guida». Secondo una accettata definizione le linee guida consistono in «raccomandazioni di comportamento clinico, elaborate mediante un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opzioni scientifiche, con lo scopo di aiutare i medici e i pazienti a decidere le modalità assistenziali più appropriate in specifiche situazioni cliniche».[1] In altre parole una linea guida riassume l’attuale stato delle evidenze scientifiche e lo traduce nella pratica clinica, fornendo quella che, secondo gli esperti, rappresenta la migliore pratica possibile in un determinato ambito. Continua a leggere Importanza delle linee guida nei giudizi per responsabilità sanitaria
Non garantire la sicurezza del paziente durante un intervento di soccorso in emergenza può esporre il personale a problemi di natura legale, in caso di danni al paziente
La caduta dei pazienti è uno degli eventi avversi maggiormente ricorrenti in ambito intraospedaliero ma può verificarsi anche in ambito extraospedaliero, per esempio in occasione del soccorso o del trasporto con ambulanza. Spesso l’attività di movimentazione del paziente, specie durante il tragitto in barella, avviene in condizioni disagevoli, potenzialmente a rischio cadute: terreni sconnessi, presenza di buche o avvallamenti del terreno, tratti di strada scarsamente illuminati o in pendenza. Non sono rare però le cadute dovute a fattori umani come imprudenza o negligenza. Continua a leggere Caduta del paziente durante il soccorso e responsabilità dell’equipaggio 118
Con la legge Gelli la violazione delle linee guida acquisisce di fatto una rilevanza penale. E’ opportuno pertanto rispettarle per non incorrere in problematiche di questa natura
Le linee guida rappresentano una vera e propria “guida” per i professionisti sanitari per orientare le scelte di cura e le modalità di assistenza, in modo che siano quelle più appropriate e sicure, nelle diverse situazioni cliniche che si trovano ad affrontare. Continua a leggere Perchè osservare le linee guida tutela gli operatori sanitari
L’introduzione delle video riprese in sala operatoria permetterebbe di avere a disposizione un resoconto dettagliato e obiettivo dell’intervento chirurgico a fini legali, assicurativi e didattici
La normativa vigente richiede che tutte le strutture sanitarie debbono operare secondo principi di efficacia, qualità e sicurezza delle cure.[1][2] Le nuove tecnologie potrebbero fornire un notevole supporto per l’ottimizzazione delle attività chirurgiche e della riduzione del rischio correlato agli interventi. Un esempio potrebbe essere l’utilizzo delle videocamere in sala operatoria per la sicurezza degli interventi chirurgici. Continua a leggere Utilizzo della videocamera in sala operatoria per la riduzione degli errori
Spesso si guarda solo a chi ha commesso l’errore, senza andare a vedere le criticità organizzative che ne sono alla base
È da tempo accertato che molti errori in campo sanitario sono conseguenti a problematiche correlate all’organizzazione e non all’inesperienza dei professionisti, né a negligenza o a condotte individuali errate. Secondo gli studiosi è necessario risalire alle cause di un evento dannoso o sfavorevole osservando non solo la diretta responsabilità del singolo, ma soprattutto le condizioni in cui il personale lavora ed il contesto organizzativo in cui l’incidente si è verificato.[1]Continua a leggere Criticità organizzative ed errori sanitari, due facce della stessa medaglia
Gli operatori sanitari possono essere chiamati a rispondere in caso di evento avverso con danno al paziente anche se non ne sono stati parte attiva. La polizza Tutela Legale copre dal rischio di sostenere eventuali spese per avvocati e consulenti
La legge 24/2017 (conosciuta anche come “legge Gelli”) prevede che le strutture sanitarie e sociosanitarie comunichino all’esercente la professione sanitaria l’instaurazione di un giudizio promosso nei suoi confronti da parte del paziente danneggiato.[1] Lo scopo è quello di favorire la partecipazione del sanitario a quei procedimenti che potrebbero, in caso di dolo o colpa grave, dar corso, nei suoi confronti, ad un’azione di recupero dell’importo versato al paziente o ai suoi familiari a titolo di risarcimento danni (la cosiddetta “rivalsa”).[2][3] È proprio per salvaguardare gli operatori sanitari da questo rischio che la legge Gelli ha previsto l’obbligo di assicurazione.[4]Continua a leggere Medici e infermieri: quando è necessaria la polizza tutela legale?
L’assicurazione “colpa grave” prevista dalla legge Gelli è sufficiente a tutelare gli operatori sanitari, in caso di richiesta risarcimento danni da parte del paziente?
L’emergenza Coronavirus ha favorito il rischio per il personale sanitario di andare incontro ad eventuali denunce per responsabilità sanitaria. Esistono norme che li tutelino da questo punto di vista?
La situazione straordinaria venutasi a creare a causa del Coronavirus ha creato non poche difficoltà alle strutture sanitarie, che hanno dovuto organizzarsi al meglio per fronteggiare l’emergenza. Non minori le difficoltà per gli operatori sanitari che si sono trovati ad operare in condizioni paragonabili solo a quelle di guerra, con molte persone da assistere e poche risorse a disposizione. Tali condizioni hanno favorito un aumento dei rischi per il paziente e, di conseguenza, il rischio per il personale sanitario di andare incontro ad eventuali denunce per responsabilità sanitaria. Continua a leggere Responsabilità sanitaria e Coronavirus: quali tutele per gli operatori?
Quali conseguenze comporta una condanna per colpa grave sanitaria dal punto di vista civile, penale e disciplinare?
Tutte le volte che un operatore sanitario causa un danno al paziente per non essersi comportato secondo i dovuti criteri di diligenza, prudenza e perizia ci troviamo di fronte a una colpa professionale. Ma che cos’è la colpa? Un evento si verifica per colpa e quindi si dice che è “colposo” in tutti i casi in cui il soggetto, pur potendo prevedere che la sua azione era tale da produrre conseguenze dannose o pericolose, ha agito con scarsa attenzione o con leggerezza, senza cioè adottare quelle precauzioni che avrebbero impedito il verificarsi dell’evento.
La legge Gelli affronta importanti temi quali la sicurezza delle cure, la responsabilità civile e penale dell’esercente la professione sanitaria e della struttura sanitaria. Vediamo insieme i punti salienti della legge, articolo per articolo
La legge n. 24/2017 (più nota come legge Gelli)[1] sulla responsabilità professionale sanitaria, entrata in vigore il 01 aprile 2017, nata con l’obiettivo di combattere l’aumento indiscriminato del contenzioso medico-legale (i risarcimenti danno al paziente) e il fenomeno della “medicina difensiva” (ovvero l’esecuzione di prestazioni cliniche da parte dei medici al solo scopo di tutelarsi dal rischio di azioni legali), ha introdotto importanti novità in materia di sicurezza delle cure e di responsabilità professionale degli operatori sanitari.
La rilevanza delle buone pratiche per la sicurezza quale strumento per il miglioramento della sicurezza delle cure è stata recentemente confermata dalle legge n. 24/2017 (legge “Gelli”). Ma quando si può parlare di buone pratiche?
Tra le misure adottate nell’ambito della legge 24/2017 sulla sicurezza delle cure (più conosciuta come “legge Gelli”) è previsto il monitoraggio dell’applicazione delle buone pratiche per la sicurezza delle cure da parte di tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private.[1]Continua a leggere Quali sono le buone pratiche per la sicurezza delle cure?